Il colore dell’ottimismo è il nero stile rockstar

MilanoIn tempi di crisi nera gli stilisti cercano nuove sfumature alle tinte della sobrietà. Nero, grigio e blu diventano quindi il leit motiv cromatico delle sfilate di moda maschile per l’inverno 2009 in corso a Milano fino a stasera, anche se non mancano parentesi di rosso o bordeaux che forse simboleggiano l’energia necessaria per vincere questa strana guerra mondiale cominciata nell’alta finanza.
Si rischia quindi di celebrare il ritorno alle figure retoriche meno eccitanti: dal businessman sigillato nelle sue rassicuranti grisaglie all’uomo nero che, ovviamente, non ride mai. Proprio per questo Frida Giannini ha avuto la bella idea di costruire la collezione Gucci mescolando l’estetica della New Wave che negli anni Ottanta segnò la fine del movimento punk, con il culto della personalità che serpeggia tra i giovani d’oggi. Il risultato è una moda ottimista nonostante l’uso di tinte scure se non proprio dark e ad alto tasso di sensualità per via delle forme così serrate al corpo da prevedere pantaloni tipo leggins perfino sotto allo smoking. Gli accessori facevano subito pensare a quel recente passato in cui i ragazzi si vestivano secondo i casi da Mods, Ska, rockabilly o figlio di papà: mocassini a punta con nappine e inserti bicolore stile Memphis, anfibi tipo Doc Martin’s con il tacco decorato da specchi tagliati come i vetri decò, cravatte sottili e grandi pochette da uomo di cui una in pitone con borchie gommate e catene di vernice.
Ma l’intelligente ragazza che guida la griffe delle due G non si è limitata all’operazione nostalgia utilizzando materiali e lavorazioni impensabili per lusso e qualità quando Gucci era solo un marchio di alta pelletteria. Del resto la parte del cervello che ricorda è la stessa che progetta. Quindi ben vengano stilisti come John Richmond che non può dimenticare la mistica del rock in cui crede fin dalla prima ora tanto da dire: «La mia vita è sempre dark». Così oltre a cambiare la proporzione dei classici abiti sartoriali grigi rendendo più soft la linea dei calzoni stretti, stavolta si è cimentato nello sportswear proponendo completi da sci con il teschio sulla schiena, piumini doppiati in pelo da vera rockstar e giacche da smoking sui biker in pelle color notte. Lo sport inteso come calcio resta la magnifica ossessione di Dirk Bikkembergs che ha fatto sfilare 35 calciatori su una passerella decorata da 36 gigantesche riproduzioni delle coppe di Champions League con impeccabili vestiti grigi, neri o blu mutuati dall’idea della tuta da ginnastica. Alessandro Dell’Acqua pensa invece che anche le idee siano un’arma vincente e riesce a coniugare una certa dolcezza femminile in un guardaroba inequivocabilmente maschile. Il suo cappotto nero con una striscia di gros grain inserita nel punto vita renderebbe più gentile perfino un fisico da lottatore. Sul fronte idee non scherza neppure Moschino che stravolge i codici d’abbigliamento della City con garbata ironia. Così sull’impeccabile doppiopetto blu viene stampato un bomber in pelle nera trompe l’oeil e tra le righe del gessato compaiono minuscole rose jacquard.

L’eccezione che conferma la regola arriva con Etro che stampa straordinari disegni dedicati al manifesto futurista di cui ricorre il centenario in questi giorni e ai disegni di Sonia Delaunay sui colori scuri dei tessuti da drapperia.

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