Di aria ci si può ammalare fino a morirne. Secondo lultima ricerca sullinquinamento nella nostra regione, condotta dal centro ricerche Jrc di Ispra, i lombardi vivono un anno e mezzo in meno rispetto agli altri italiani. Non solo: vantiamo un altro triste primato, quello del maggior numero di ricoveri al giorno, 30, per disturbi legati allapparato respiratorio, compresi gli attacchi di asma. La mortalità «anticipata» dei lombardi rispetto al resto degli italiani riguarderebbe un numero di persone compreso fra le 13.500 e le 27mila allanno. La ricerca è stata presentata in Regione al convegno promosso dallassociazione Rinenergy. Fra i partecipanti anche Hans Jorg Schwander, direttore della Innovation Academy di Friburgo, la città tedesca che ha ingaggiato la propria lotta alle polveri sottili a partire dagli anni Settanta. Schwander ha definito la nostra una «situazione criminale».
E non sono più rassicuranti i risultati emersi dal convegno che si è svolto ieri alla Società Svizzera, «Inquinamento ambientale e influenza sulla salute», promosso dallIstituto Mario Negri. Presenti medici, pediatri e professori, oltre agli assessori Giampaolo Landi di Chiavenna (Salute), Mariolina Moioli (Politiche sociali), Luigi Rossi Bernardi (Ricerca). Pier Alberto Bertazzi ha presentato una ricerca del Policlinico dedicata al rapporto tra inquinamento e malattie cardiovascolari: «Viviamo immersi in un aerosol, respiriamo qualcosa come 200 milioni di particelle al minuto, 10 milioni di queste si depositano nei polmoni. Quando la concentrazione dellaerosol aumenta o quando componenti tossici entrano nella sua composizione, compaiono danni alla salute». Secondo il professor Bertazzi le morti a Milano attribuibili a queste esposizioni tossiche sono fra le 160 e le 200 allanno. E fra le persone più suscettibili alle particelle irritanti ci sono i bambini. La relazione di Luigi Terracciano, pediatra della Macedonio Melloni, ha ricordato che «i piccoli sono più esposti al particolato», che i danni sui loro apparati respiratori «sono più consistenti di quelli negli adulti» e che «negli ultimi anni sono aumentate considerevolmente le infezioni respiratorie fra i bambini milanesi di età scolare». Al convegno è stato inoltre premiato il lavoro di un giovane ricercatore di Scienza della prevenzione, Matteo Bonzini che ha condotto uno studio epidemiologico su 300mila gestanti in Lombardia. Le donne sono state seguite dallinizio alla fine della gravidanza, si è valutato quanto lo smog potesse incidere sui parti prematuri, sul peso alla nascita e sullo sviluppo gestazionale (la crescita del feto durante la gravidanza). La regione è stata divisa in nove zone, a seconda dellentità dellinquinamento e si sono misurati i valori di Pm10, N02 e ozono.
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