La «comicoterapia» del direttore fa solo piangere

La «comicoterapia» del direttore fa solo piangere

Ferruccio Repetti

I comunali, sulle prime, l’hanno presa bene, scorrendo i messaggi di posta elettronica che intasavano i personal computer: «Toh, guarda questa e.mail. Patetica. Ma la manda il segretario comunale, che è anche il nostro direttore generale... Ridiamoci sopra». In principio, furono barzellette da ragionier Fantozzi, di quelle che ridi solo se sforzi a fondo la mascella davanti al capufficio che le racconta. A frequenza quasi quotidiana.«Pazienza - sbadigliavano i comunali -. Non sono granché, ’ste storielle da collegio, ma arrivano dal segretario comunale, che è anche il nostro direttore generale...». Solo che, a un certo punto, il segretario comunale-direttore generale di quel Comune del Tigullio che ha un nome che ricorda la lavagna s’è fatto prendere la mano, e ha spiccato il salto di qualità. Dalle barzellette da collegio è passato direttamente a quelle da caserma. Ogni mattina, una «spinta». Intendiamoci: non una spinta a lavorare di più, a migliorare il servizio alla cittadinanza, a sveltire le pratiche che rischiano di ammuffire negli scaffali. No: «Ogni mattina, ne arrivava sempre una spinta, di barzelletta, sui computer - sbottano Emilio Cervini e Pierluigi Piombo, consiglieri comunali di Forza Italia, che hanno presentato un’interrogazione al sindaco -. E la mattina dopo, se occorre, una ancora più spinta. Fino a travalicare nell’oscenità. Non ci sembra questo il compito di un segretario comunale, che è anche il nostro direttore generale». L’interessato, in nome della trasparenza amministrativa e dell’onestà intellettuale così clamorosamente messe in discussione, non ci pensa nemmeno a nascondersi dietro l’anonimato, e contrappone le proprie buone ragioni. Spinte al massimo: «Non si tratta di barzellette porno - si difende -.

Metto semplicemente in atto la comicoterapia, una particolare metodologia gestionale in grado di apportare effetti benefici alla produttività lavorativa». Grande! Questa sì che è un barzelletta che fa ridere! Anzi: fa sganasciare dal ridere. Naturalmente, prima di mettersi a piangere sulla produttività di certi amministratori.

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