Il commento Regole dure e campagna elettorale: è tempo di retromarce?

Niente coprifuoco al Ticinese. La Movida la spunta, almeno per ora, sul comitato «Cittadella» che raduna gli abitanti di via Vetere, stanchi di schiamazzi, spaccio, sporco e degrado provocato dalle migliaia di giovani tutte le sere. Il vicesindaco De Corato e il Comune che lunedì sera sembravano intenzionatissimi a imporre le restrizioni già prescritte in altri quartieri (via Padova, Corvetto, Chinatown e via Imbonati), hanno imposto una brusca frenata all'ennesimo giro di vite sulle abitudini notturne dei milanesi. Numerosi i motivi, primo fra tutti l'attesa della sentenza del Tar - prevista per il 22 dicembre - sul ricorso presentato dall'Epam (Esercizi pubblici associati milanesi) contro il coprifuoco al Corvetto: l'ordinanza è stata comunque sospesa e indiscrezioni danno in netto vantaggio nottambuli e gestori dei locali su Palazzo Marino. Inutile, dunque, mettere in moto un meccanismo che crea tanti malumori se poi il tribunale amministrativo annulla tutto. Tanto vale aspettare qualche settimana.
Ma è assai probabile che sulla decisione del Comune abbiano influito anche calcoli elettorali: nel prossimo aprile i milanesi saranno chiamati alle urne e dunque meno motivi di malumore si danno ai cittadini, meglio è. Suppongo che i frequentatori della movida e del Ticinese in versione by night siano più numerosi dei componenti del «Cittadella». Insomma questo rinvio potrebbe essere dettato, tutto sommato, da motivi più che comprensibili. Se infatti l'avvocato Pisapia non sembra in grado di battere la Moratti (è difficile che una città che da anni vota in modo massiccio a favore del centrodestra si scopra all'improvviso filocomunista), la ventilata discesa in campo con il cosiddetto terzo polo di Gabriele Albertini turba i sonni di Donna Letizia; quindi è meglio non prendere decisioni che, comunque, scontenterebbero una discreta fetta di votanti. E soprattutto l'Epam e l'Unione del Commercio. Del resto la Lega ha già capito tutto. Nonostante proprio oggi il ministro Maroni abbia fatto i complimenti a Milano per le ordinanze e ribadito che sono un ottimo deterennte contro i reati che infatti sono calati, da qualche tempo Matteo Salvini, capogruppo in consiglio comunale nonché eurodeputato, quando, parla di «coprifuoco» dice altre cose: «Così Milano diventa un mortorio». Fino a non molti giorni fa il Carroccio spingeva per la chiusura anticipata di locali e pubblici esercizi soprattutto nelle zone dove abbondano kebab, ristoranti etnici, phone center e centri massaggio, gestiti da extracomunitari. Ma visto che, comunque, ci vanno di mezzo anche locali in mano agli italiani forse ha deciso di rallentare.

E visto che a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia quasi mai non è da escludere che questo voltafaccia della Lega abbia come obbiettivo l'assessorato alla sicurezza del vicesindaco De Corato, da sempre, nelle file del Pdl, uno dei massimi fautori del pugno di ferro. La Lega in quel ruolo vedrebbe bene il «suo» Alessandro Morelli, giovane assessore al turismo. Insomma la bagarre elettorale è già cominciata.

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