Commissioni, l’Unione fa incetta ma il Polo conquista l’Industria

Al Senato un franco tiratore Cdl regala le Finanze alla sinistra

Roberto Scafuri

da Roma

Palati esigenti, stomaci forti, uomini di spirito: il vostro posto è a Palazzo Madama cineforum. Qui al Senato si gioca la partita di cartello del «campionato Commissioni», prova unica per presidenti, e si vede subito di che pasta briosa è fatta la legislatura. Schiumano di rabbia i colleghi della Camera, e intanto affogano nella noia mentre in serata eleggono le guide di commissione. Rito scontato da formazione bulgara: «Affari costituzionali: Violante, Giustizia: Pisicchio, Esteri: Ranieri...». È al Senato, invece, che va di scena lo spettacolo scoppiettante il cui titolo, se non ci fosse di mezzo il vilipendio, sarebbe senz’altro: «Vecchietti terribili».
Senatori a vita votanti e decisivi, l’ira funesta dell’avvocato Calvi placata dal sacrificio della divina Finocchiaro, la Menapace che per via anagrafica (altro che rivoluzione!) mette le mani avanti sulla Difesa, il Benvenuto tirato su dal franco tiratore, l’oriundo Pallaro che impone la dieta e regala una presidenza alla Cdl... Insomma, fuochi d’artificio.
Il fischio d’inizio risuona alla Prima commissione, e trapana le orecchie del centrodestra. Ingresso in aula di Francesco Cossiga: «Il mio unico dubbio è se Schifani mi insulterà prima o dopo questa seduta... Chi voto? Volete che non voti Mancino, un ex dc come me? Ricordate che morrete tutti democristiani, per di più della sinistra di base!». Una minaccia, anzi una certezza: 14 a 13, assist di Cossiga e Colombo, Mancino insacca e invita pure al dialogo: «Mi auguro che ci sia un rapporto disteso...». Altroché: la Cdl non gradisce e Saporito (An) si sfoga in sala stampa. «In 50 anni non era mai accaduto che i senatori a vita fossero determinanti! È immorale farsi vivi solo per eleggere i presidenti! Hanno perduto la neutralità, ma attenti, perché da oggi potranno essere considerati senatori al nostro pari». Non è proprio così, perché non saranno tenuti alla «presenza» (privilegio introdotto nella passata legislatura, che li ha equiparati ai componenti dell’Ufficio di presidenza) e riceveranno per intero la diaria prevista per i lavori di commissione (3750 euro al mese).
Il copione si replica alla Esteri, dove dribbling ubriacanti di Scalfaro e Andreotti mandano in gol Lamberto Dini. Andreotti difende il diritto al voto dei senatori a vita e getta la croce piuttosto sulla «disorganizzazione della Cdl...». «Pensate - sorriso che sa di beffa - che io ho saputo che c’era un loro candidato subito dopo il voto...». Il presidente Dini si mette già al lavoro e convoca per un’audizione il ministro D’Alema. Intanto Salvi ha avuto la Giustizia, mentre alla Difesa sono già scoppiati nuovi focolai. Due votazioni a vuoto, spareggio rinviato a oggi tra la pacifista Lidia Menapace e il generale Federico Ramponi, un vero film di cassetta. In caso di parità, 12 a 12, toccherà alla Menapace in virtù della maggiore età. Insorge la Cdl, da Selva a Malan, ché la senatrice rifondatrice, con quel cognome, «sembra un insulto ai militari». Di più, racconta Malan, avrebbe gridato: «Boia!» al passaggio delle Frecce tricolori. Non c’è tempo per i convenevoli: nel frattempo l’unica commissione che doveva andare alla Cdl, le Finanze, è già finita in saccoccia a Giorgio Benvenuto. Ciampi non c’è, al suo posto vota il dipietrista Formisano, ma arriva la «mano de dios» del franco tiratore: 13 a 11 al primo colpo. «È cominciata la campagna acquisti dell’Unione, un atto ignobile! Un traditore che sarà smascherato», grida al vento la Cdl, che ormai assiste impotente alle elezioni di Vittoria Franco all’Istruzione (voto decisivo di Rita Levi Montalcini), Tiziano Treu al Lavoro (decisivo Pininfarina), Enrico Morando al Bilancio, Anna Donati ai Lavori Pubblici, Tommaso Sodano all’Ambiente, Marino alla Sanità eccetera. Storia finita, situazione normalizzata? Per niente: l’ultimo «vecchietto terribile», l’oriundo Luigi Pallaro, già in forza all’Unione, vota per uno che conosce perché è stato in Argentina: Aldo Scarabosio, di Forza Italia.

Silurato Antonello Cabras all’Industria, Pallaro fa pure la predica: «È bene spartire i posti un po’ da una parte, un po’ dall’altra... Non è un bene se si mangia troppo, se si fa un’indigestione e si prende tutto». Pazienza: la prossima volta si procureranno l’alka seltzer.

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