Un computer in aiuto del cuore

«La resincronizzazione ottimizzata è un salto di qualità nella cura dei pazienti con scompenso cardiaco. Viene effettuata automaticamente ogni settimana dal dispositivo con il paziente in condizioni di riposo e di esercizio, nel corso delle sue normali attività quotidiane», afferma il dottor Antonio Sagone, responsabile del laboratorio di elettrofisiologia dell’ospedale Sacco di Milano. Uno dei primi centri in Italia ad avere utilizzato una nuova tecnologia nell’ambito della resincronizzazione cardiaca. Questa struttura con cinque elettrofisiologi, è parte del dipartimento di medicina specialistica diretto dal professor Maurizio Viecca.
«Ogni settimana – precisa Sagone – il sistema si adatta alle mutevoli condizioni del paziente valutando la contrattilità dei ventricoli, indicatore principale delle prestazioni del muscolo cardiaco. Grazie a questa intelligenza, incorporata nel dispositivo impiantato, il malato può tornare ad una vita normale, riducendo, ad esempio, l’affanno associato allo sforzo fisico. Anche gli episodi di scompenso con necessità di ricovero in ospedale vengono limitati». Sagone, nato a Milano nel 1965, dopo la specializzazione con il professor Guazzi, ha compiuto negli Stati Uniti, all’università di Yale un lungo stage, alla fine degli anni Novanta per poi occuparsi all’Istituto Mario Negri degli studi Gissi che hanno rappresentato una pietra miliare nella cura dei cardiopatici.
«La resincronizzazione cardiaca – afferma Sagone - aumenta in modo significativo la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con insufficienza cardiaca, patologia che porta spesso al decesso sia per il progressivo fallimento della pompa cardiaca, sia per morte improvvisa dovuta ad aritmia. Proprio per evitare i casi di arresto cardiaco nei pazienti con insufficienza, gli apparecchi di resincronizzazione ventricolare possono essere dotati di una funzione di defibrillazione. Il sistema SonR è il frutto di una studio decennale: dopo la misurazione delle vibrazioni del muscolo cardiaco questo dispositivo sceglie le migliori impostazioni terapeutiche per il paziente in modo personalizzato. Si sono aperte nuove frontiere».
Il sistema SonR è stato realizzato dopo anni di studi dai ricercatori del Gruppo Sorin, multinazionale con capitale a maggioranza italiana con oltre 3700 dipendenti, leader mondiale nell’ambito dei dispositivi medicali per il trattamento delle patologie cardiovascolari. Il gruppo Sorin è impegnato nello sviluppo di sistemi per la cura dei disturbi del ritmo cardiaco (pacemaker, defibrillatori e sistemi di resincronizzazione cardiaca) anche per il bypass cardiopolmonare (sistemi di circolazione extracorporea e di autotrasfusione) e per la riparazione e sostituzione di valvole cardiache. Ogni anno oltre un milione di pazienti in più di 80 Paesi sono trattati.
«La maggior parte dei pazienti sottoposti a resincronizzazione risponde bene al trattamento», afferma Antonio Sagone ricordando che dal 2005 le Società di cardiologia europee e Usa suggeriscono questa metodica. «Tuttavia il 30% dei pazienti resincronizzati non ottiene ancora oggi risultati soddisfacenti, anche per la complessa regolazione dei parametri del dispositivo. In futuro sempre più pazienti con specifiche indicazioni verranno curati efficacemente con questa nuova resincronizzazione automatica». Questa patologia, definita del cuore stanco, sta diventando una vera epidemia: in Italia si registrano ogni anno 70mila nuovi casi, 380 mila in Europa di cui 300mila i decessi».
Le procedure di elettrofisiologia sono innovative. Come si stanno evolvendo?
Risponde il professor Viecca.

«Muoveremo il filo guidato anche a distanza, con precisione, e velocemente, attraverso due grossi elettromagneti esterni al paziente. Otterremo così risultati impensabili oggi. La stessa cura della fibrillazione atriale sarà più efficace. Gli elettrofisiologi impiegheranno queste metodiche».

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