"Così abbiamo creato la dark lady Valentino"

Il duo Chiuri-Piccioli racconta l’ultima collezione di Parigi: "Abbiamo pensato alle donne di oggi, candide ma pericolose"

"Così abbiamo creato la dark lady Valentino"

Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri corrono sempre il rischio di non piacere a qualcuno: troppo diretti, schietti e naturali per attirare i consensi di chi confonde la forma con la sostanza, il fumo con l’arrosto. Nel mondo della moda sono in tanti, per cui i due stilisti che dal 2008 disegnano tutte le collezioni di Valentino, vengono spesso criticati a sproposito per le loro scelte. Il caso più clamoroso è dello scorso gennaio quando Giancarlo Giammetti, storico socio e mentore di Valentino, ha ferocemente stroncato la collezione couture che i due avevano appena presentato. «Sono semplicemente senza parole - ha scritto il manager sulla sua pagina di Facebook - non triste, solamente sorpreso. Abbiamo sempre supportato i due stilisti e li amiamo, ma stavolta dobbiamo prendere le distanze da questo circo ridicolo». Per la cronaca il testo è sparito in un baleno dal social network, Giammetti ha smentito se stesso rilasciando mielose dichiarazioni al sito wwd.com, ma intanto la polemica continua a infuriare sul web. E l’altro ieri a Parigi qualcuno ha riconosciuto il sulfureo Kenneth Anger nell’ottuagenario uscito a tarda notte in compagnia dei due dall’atelier di Place Vendome. «Piccioli e Chiuri si danno al diavolo» ci ha scritto via sms l’anonimo informatore. Da qui l’idea d’intervistare i due durante le prove della fantastica sfilata per il prossimo inverno in passerella ieri sera a Parigi.

Vi siete offesi per le dichiarazioni di Giammetti?
«Non abbiamo Facebook, preferiamo i rapporti personali. Comunque è giusto che ognuno abbia il suo punto di vista e lo esprima: noi facciamo le cose perché ci va di farle e perché ci sembrano giuste per il marchio, piacere a tutti sarebbe troppo».

Cosa intendete dire?
«Due settimane fa siamo andati al ballo organizzato a Londra da Natalia Vodianova per raccogliere fondi per la sua associazione Naked Heart a favore dei bambini poveri in Russia e al nostro tavolo c’erano Kate Moss, Charlotte Casiraghi e Alice Dellal con tre modelli della nostra ultima alta moda. Invece l’altra sera eravamo alla cena offerta da Jonathan Newhouse (presidente di Condè Nast International, ndr) per festeggiare le sfilate francesi e ci siamo sentiti dire “bravi, adoro il vostro lavoro” da Alber Elbaz, lo stilista più amato e quotato del momento. Queste sono le vere soddisfazioni: persone giovani, carine e di grande talento che capiscono cosa stiamo facendo. Tutto il resto non conta».

Però l’altra sera vi hanno visti con Kenneth Anger, l’anziano sceneggiatore e regista americano legato al satanista Aleister Crowley e a uno dei membri della setta di Charles Manson. Cosa ci facevate in giro con un tipo simile?
«Abbiamo trovato la sua biografia in internet e ci ha colpito perché è un mito del cinema sperimentale, ma anche l’autore di un libro divertentissimo come Hollywood Babilonia, uno che andava a scuola di ballo con Shirley Temple e poi ha fatto fare le colonne sonore dei suoi film a musicisti in odore di zolfo come Mick Jagger e quel Bobby Beausoleil tuttora in carcere come “figlio di Satana”. Insomma un personaggio pazzesco, nessuno meglio di lui poteva aiutarci a creare la giusta atmosfera per la sfilata. Abbiamo costruito la collezione Valentino del prossimo inverno pensando al lato pericoloso del romanticismo, a quelle donne candide e al tempo stesso dark che dominano l’immaginario contemporaneo».

Pensate a qualcuno in particolare?
«Marisa Berenson, Winona Ryder, Chloe Sevigny giusto per fare dei nomi. Ma in realtà tra noi parliamo di “donne isola”: quelle che al loro interno racchiudono un mondo, che hanno sogni e segreti in parti uguali».

Per queste affascinanti creature i due designer hanno inventato pezzi di straordinaria modernità: l’impermeabile McIntosh trasformato in un giacchino termosaldato pieno di fiori e di ruche, il cappotto in cashmere double con la balza di pelle laserata, la pelliccia di volpe rimontata sullo chiffon, gli

abiti da cocktail che si portano come t-shirt, le scarpe a punta nere e beige da vera signora decorate però con le borchie da valigeria. Insomma Valentino non abita più qui, ma nella sua casa si respira finalmente il nuovo.

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