Così si batte la colite ulcerosa

Quasi 200mila italiani soffrono delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) tra le quali vi sono la colite ulcerosa e la malattia di Crohn. Due patologie in aumento anche tra i bambini. La causa dell'infiammazione cronica dell'intestino è sconosciuta. Per spiegarne l'origine sono state avanzate diverse ipotesi tra le quali, quella di una reazione immunologica abnorme da parte dell'intestino. La colite ulcerosa era già nota nel 1859, la malattia di Crohn è stata scoperta nel 1932, da Crohn e Oppenheimer.
Parliamo di queste patologie con la dottoressa Renata D'Incà, goriziana di nascita, padovana di adozione fin dagli anni dell'università. É responsabile all'Azienda ospedaliera di Padova dell'unità di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali del dipartimento di scienze chirurgiche oncologiche e gastroenterologiche.
«La colite ulcerosa - afferma la dottoressa D'Incà - colpisce essenzialmente il retto, ma può estendersi anche in parte o totalmente al colon, quasi mai interessa altre parti dell'intestino. In presenza della malattia la mucosa della zona colpita è infiammata ed ulcerata, ciò determina l'insorgere di sintomi caratteristici quali la diarrea muco-ematica. La colite ulcerosa di solito ha un andamento benigno e permette una vita abbastanza normale, non causa aumento di mortalità. Solo in alcuni casi più gravi la malattia può portare ad un netto peggioramento delle condizioni generali ed alla comparsa di serie complicanze come l'anemia grave, la perforazione, il megacolon tossico che richiedono il ricovero ospedaliero e cure intensive. Se la terapia farmacologica non risulta efficace si deve ricorrere all'intervento chirurgico che può eliminare totalmente la malattia conservando l'evacuazione naturale». Una colite ulcerosa estesa e cronica aumenta sensibilmente il rischio di cancro al colon.
«La malattia di Crohn si può manifestare con ulcerazioni in tutto il canale alimentare. Entrambe le patologie possono dar luogo a complicanze extraintestinali che interessano vari apparati, maggiormente quello articolare. La cronicità delle due patologie non esclude che i pazienti possano godere di un periodo prolungato di benessere. La terapia medica - precisa la dottoressa D'Incà - mira ad eliminare i sintomi nel tempo , prevenendo e curando le possibili complicanze. I farmaci più usati sono mesalazina, cortisone, immunosoppressori, antibiotici. Quelli di ultima generazione sono biologici e svolgono un'azione antiinfiammatoria selettiva, infatti sono capaci di inibire selettivamente l'azione delle citochine ad azione pro - infiammatoria o di bloccare l'infiammazione a vari livelli. In alternativa alle terapie farmacologiche, nelle forme lievi - moderate di colite ulcerosa da alcuni anni si impiega una metodica che in Giappone è diffusa da oltre dieci anni con risultati positivi. Si tratta della granulocitoaferesi (una sorta di filtraggio del sangue) che consiste nell'eliminazione delle cellule proinfiammatorie. Si preleva il sangue dall'avambraccio e dopo averlo depurato, filtrandolo, lo si rimette in circolo. Questa tecnica è indicata per quei pazienti, non gravi che sono intolleranti ai farmaci anche per altre patologie croniche».

L'azienda ospedaliera di Padova , in particolare l'unità semplice di malattie infiammatorie croniche intestinali, è un centro di riferimento per l'Italia di questa metodica iniziata nel 2003 e ad oggi sono 6600 i casi trattati in Europa di cui 1500 in Italia. Il protocollo standard prevede una seduta settimanale di un'ora per 5 settimane con eventuali nuove procedure una volta al mese in ospedale. Benefici registrano anche dopo 2-3 settimane.

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