Così per sport, in cappotto oppure in gilet

Iceberg mischia tweed con seta e inventa le t-shirt miniabiti, Sportmax tra maglia e chiffon. Il fascino Trend Les Copains, da Evisu l’apoteosi del jeans

Paola Bulbarelli

da Milano

Moda alienante, lo si pensa ma non lo si dice. Moda frenetica sotto la pioggia milanese, con i fotografi che si spostano anche in motorino, cadono (e si fanno male) da pedane insicure: non c’è rispetto per il lavoro fondamentale di questo mestiere. Se non ci fossero le foto, non ci sarebbe la moda. Moda da cavalcare politicamente, in questa tornata di sfilate. Strano, visto che si parla di ciò che indosseremo il prossimo inverno. Un eskimo di qua, una stella rossa di là, un Mao in mezzo. Già, perché tutto sommato la moda è un mezzo fortissimo e globale, si incide sulle scelte. Non solo modaiole. È una società che cambia e vira. Eppure persino la Cina si è stufata d’andare in divisa.
Per fortuna il made in Italy prosegue il suo cammino di creatività e di idee. Libertà. Libertà d’espressione, libertà di vestirsi. Forse è per questo che le tendenze sono tante, nessuna da scartare. Va il lungo ma anche il corto. Va lo slim ma anche l’over. Ferrè è imperiale e sublime ma anche il più anonimo degli stilisti ha qualcosa da dire. Di una cosa si è certi: si respira aria nuova su queste passerelle. A esempio, la nuova donna di Trend Les Copains, firmata per la prima volta da Antonio Berardi, oscilla voluttuosamente tra «il fascino asciutto e insinuante stile Mick Jagger tra la fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo e la femminile fragilità di Sharon Tate, ultimo e indimenticabile esempio di bambola pensante». Addosso, questa donna, porta alti bustier elastici sopra abiti e giacche costruite, pantaloni a sigaretta (quasi una seconda pelle), boleri ricchi di dettagli e passamanerie che sembrano rubati a un torero. L’immagine è elegante, sofisticata. Che è anche un po’ quella di Iceberg. Paolo Gerani, insiste comunque nel sottolineare che la sua è una moda sport, rifinita, impreziosita finché si vuole ma la base di partenza è sempre lo sport. La contaminazione è l’Oriente con giacche «mandarino» realizzate in tweed irlandese ingentilite da ricami in seta, kimono imbottiti stampati a disegni japan, abiti di seta o di velluto abbottonati lateralmente. Belli i giacconi in pelle lucida e arricchiti da bordure in pelliccia, le t-shirt che diventano miniabiti con volants e ricami, il loden militare: uno sportswear di lusso che riesce a sportivizzare anche le mise da sera.
Pure Sportmax, il marchio più fashion del gruppo Max Mara, sviluppa temi sportivi che tramuta con la massima chiccheria. Tanti i capi da prendere al volo e indossare subito. Dai cappotti di maglia portati con soavi abiti tartan a volant di chiffon, ai gilet con l’alta bordura di murmaski e i pantaloni a sigaretta infilati negli stivali stringati di montone. Dallo scamiciato in pelle borchiata al trench di pelliccia ai piccoli pezzi da lingerie da mettere con il bomber di lapin stampato animalier. Centra la collezione anche Daks, nome storico inglese (oggi di proprietà del gruppo giapponese Sankyio-Seiko che solo in Asia fattura un miliardo di dollari), disegnato dalla coppia Louise Michielsens e Tiziano Mazzilli (un tempo famosi per il marchio Voyage). Chiffon e lana tessuti insieme per un’aria super sexy. Non manca mai il denim.
E da Evisu è l’apoteosi. Si mischia alla seta stampata, alla burette dipinta a mano, al velluto, al cashmere. E gioca con l’alta moda per fogge e abbinamenti.

Tra i jeans più gettonati quelli di Dundup, disegnati da Manuela Mariotti: li indossano Ilaria D’Amico, Alena Seredova, Martina Colombari, Alessia Marcuzzi. Anche le pellicce sono super ricercate: dai persiani viola di Giuliana Teso agli straordinari capi di Tivioli in passerella con i gioielli Vhernier.

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