Così la Venere del Nilo conquistò il Dioniso di Roma

Alberto Angela ci racconta come la regina d'Egitto sedusse, politicamente e no, il potente Marco Antonio

Così la Venere del Nilo conquistò il Dioniso di Roma

La regina d'Egitto ha ben chiaro che l'incontro con Marco Antonio sarà decisivo per il suo futuro, per quello di suo figlio sul trono e in generale per il regno. Dopo anni di instabilità e di lotte dinastiche, Antonio appare come il dominatore assoluto. E tutto lascia pensare che lo sarà a lungo. È essenziale, quindi, che lei lo porti dalla sua parte, deve persuaderlo che conviene anche a lui starle accanto sia dal punto di vista personale sia da quello del governo, esattamente come è accaduto con Cesare. In altre parole dovrà usare validi argomenti per convincerlo a schierarsi dalla sua parte. Già, ma quali? A oltre 2000 anni di distanza possiamo capire la strategia di Cleopatra in vista di quell'incontro, quasi fossimo accanto a lei. Decide di puntare su due livelli: quello pubblico (ufficiale) e quello personale (privato).

È assai probabile che la regina abbia seguito attentamente grazie a lettere e informatori il viaggio trionfale di Antonio in Grecia e che abbia notato il titolo che il popolo ama attribuirgli, quello di Nuovo Dioniso. A noi oggi quest'espressione può far sorridere, ma nell'antichità, in una società pre-scientifica e pre-tecnologica, le credenze erano molto radicate e la presenza degli dei permeava la quotidianità. Parlare di una persona come di un dio non era una semplice lusinga, ma presupponeva una fede e una speranza personale in un futuro migliore. Con le dovute differenze, è un po' ciò che accade oggi quando papi, uomini di fede o persone comuni attraversano il processo di beatificazione e vengono proclamate sante. Duemila anni fa la gente pensava davvero che alcuni esseri umani, soprattutto grandi condottieri o benefattori, potessero essere divinizzati (era appena accaduto a Cesare, considerato ormai un dio con tanto di templi, riti e sacerdoti). Non a caso la stessa Cleopatra ha fatto diffondere l'idea di essere lei stessa la reincarnazione di Iside. Questa piccola parentesi era necessaria per capire come la regina d'Egitto sia riuscita a sfruttare e volgere a proprio vantaggio queste convinzioni religiose popolari, insieme a quelle onorifiche per consolidare la sua unione con Antonio.

Se lui è considerato da tutti il Nuovo Dioniso, allora lei si presenterà all'incontro come Afrodite (Venere per i romani). In particolare come Venere uscita dalle acque (Venus Anadyomene), visto che arriverà a Tarso risalendo il fiume Cidno. Cleopatra decide dunque di cambiare il significato dell'incontro: da semplice meeting diplomatico a matrimonio tra due divinità: lui, Dioniso, capace di dare immortalità, lei, Afrodite, dea di amore, bellezza e fertilità.

È una mossa abilissima, che solo Cleopatra poteva immaginare, a riprova della sua mente raffinata e del suo modo strategico di pensare al potere, assai superiore a quello di quasi tutti i sovrani dell'epoca e di quelle successive.

L'incontro che sta per avvenire dovrà impressionare non solo Antonio, ma tutta l'Asia Minore, come potrebbe fare oggi un matrimonio reale in mondovisione. Come ha evidenziato Michael Grant, a unirsi infatti saranno due divinità che ogni popolazione del Mediterraneo, in fondo, conosce bene, anche se in modo diverso. In Egitto, infatti, Dioniso (Antonio) corrisponde alla divinità egizia Osiride, mentre Afrodite (Cleopatra) corrisponde a Iside, della quale lei stessa è l'incarnazione in terra.

Tutto questo, ovviamente, Antonio lo ignora. Mentre attende Cleopatra a Tarso, concedendosi feste, banchetti e incontri, lei gli sta tessendo tutt'intorno una trappola, nella quale cadrà senza scampo. Al di là dell'aspetto ufficiale e religioso dell'incontro, infatti, c'è poi anche quello personale. E su questo versante Cleopatra sta preparando una sorpresa senza precedenti nella quale, davvero, supererà se stessa

Non appena arriva in Cilicia, la regina d'Egitto fa allestire una grande nave con la quale intende risalire il fiume Cidno fino a Tarso per incontrare Antonio. Non sappiamo se si tratti del colossale thalamegos che ha utilizzato per la romantica luna di miele con Cesare sul Nilo.

Antonio e i suoi ufficiali la tempestano di lettere chiedendole di affrettarsi, ma lei non se ne cura, e anzi, come una star, si fa aspettare e si muove solo quando l'imbarcazione è pronta: l'aspetto della nave è stato modificato a tal punto da renderla memorabile nei secoli a venire. Immaginate dunque questa grande nave che molla gli ormeggi, inizia a muoversi maestosa sull'acqua e, con una lentezza trionfale, dal mare entra nel fiume Cidno, risalendolo. La popolazione locale la accompagna seguendola su entrambe le rive. I bambini corrono, i vecchi rimangono fermi a bocca aperta. Per loro è come se si trattasse di un'astronave giunta dallo spazio. Nessuno ha mai visto qualcosa di simile per eleganza e soprattutto sfarzo. La notizia si sparge a macchia d'olio in tutta la regione e persino gli abitanti di Tarso lasciano ogni cosa e corrono ad ammirare questa meraviglia galleggiante...

E Antonio? È seduto al centro della piazza di Tarso insieme ai suoi ufficiali e aspetta l'arrivo della regina. Tutto intorno a loro c'è una folla sterminata di curiosi, ma anche di ospiti illustri, che attende lo storico incontro. Antonio è probabilmente irritato dal comportamento di Cleopatra e dal suo infinito temporeggiare, ma sa che la lunga attesa è finita.

A un certo punto accade qualcosa. Antonio e i suoi ufficiali si voltano a destra e a sinistra. La folla si agita, ondeggia. Tutta la piazza è invasa da un profumo che diventa sempre più intenso. La leggera brezza diffonde una fragranza sconosciuta, al tempo stesso fresca e penetrante, che sembra riempire i polmoni con mille colori olfattivi. La gente si guarda intorno cercando di capire la provenienza di questo aroma esotico. Non è solo il profumo a riempire l'aria. Ora c'è anche un suono lontano e altrettanto dolce che si fa sempre più forte. La gente cerca di capire, guardandosi intorno... Poi qualcuno grida, indicando il fiume, e tutti corrono verso la riva, quasi fossero attratti da una potente calamita. Antonio e i suoi rimangono soli, stupiti, tra i marmi e i colonnati di una piazza improvvisamente vuota. L'immenso magnete che ha attratto gli abitanti è Cleopatra. La sua nave sta spuntando sul fiume.

La regina ha ben architettato il suo arrivo, solleticando un senso alla volta: prima l'olfatto con i profumi, poi l'udito con la musica, e ora è la volta della vista. Lo spettacolo è memorabile. Lo stesso Antonio rimane senza parole. La grande nave di Cleopatra appare sulle acque calme del fiume in tutto il suo splendore. La poppa, completamente rivestita d'oro, scintilla al sole. Schiere di remi dai riflessi argentati si alzano e si abbassano nell'acqua con una cadenza solenne, al suono di flauti, cetre e zampogne Agli occhi di tutti la nave sembra un'immensa nuvola rosa sospesa sull'acqua per via delle grandi vele tinte con la porpora. E sappiamo quanto sia costoso questo pigmento (lo si ottiene in dosi infinitesimali solo da un tipo di gasteropodi marini): una semplice tunica colorata con la porpora vale una fortuna, figuriamoci una vela!

Sono proprio le vele a essere intrise di quelle essenze e di quei profumi di terre lontane che il vento ha portato in città, avvolgendo la folla nella piazza. Sul ponte sono disseminati grandi bracieri nei quali vengono bruciati incenso e altre sostanze orientali, che diffondono aromi dolci e penetranti. È un effetto speciale voluto da Cleopatra, che cerca in ogni modo di stupire e affascinare. Ma il meglio deve ancora venire...

Mentre la nave si avvicina, circondata da piccole imbarcazioni di scorta proprio come un'ape regina attorniata dalle sue operaie, Antonio scorge sempre più distintamente delle donne seminude tra le vele purpuree spiegate. Si tratta delle più belle ancelle di Cleopatra. Hanno l'aspetto di Nereidi e Grazie, e sono state messe simbolicamente al timone o alle cime dell'imbarcazione (manovrata in realtà dai migliori marinai della regina, nascosti alla vista di tutti).

Ed eccola, Cleopatra. Antonio si alza in piedi con gli occhi sgranati e la bocca aperta. La regina d'Egitto è sdraiata sotto un padiglione dorato, e dei bambini, simili agli amorini che si vedono negli affreschi, le fanno vento con grandi ventagli di piume di struzzo. È al centro di un'incredibile visione mitologica, vero e proprio tableau vivant con un calcolato impatto erotico, ma il vero colpo di scena è che si presenta come Venere, ornata come appare Afrodite nei dipinti, confessa Plutarco. In altre parole, significa che Cleopatra forse è addirittura seminuda o... nuda. Una regina che arriva senza veli o quasi a un incontro ufficiale è un fatto senza precedenti. Oggi non si ricorda in tutta la storia un incontro reale paragonabile a questo. In termini moderni, il suo è un arrivo in stile Lady Gaga, talmente è eccentrico e provocatorio, ma ottiene il risultato sperato.

Lui continua a osservarla, a tratti stupito, a tratti eccitato come un ragazzino, rivolgendosi ai suoi ufficiali e amici che sono sbigottiti quanto lui. Tutti, però, capiscono al volo che la regina si sta letteralmente offrendo al grande condottiero romano.

Ad accentuare quest'atmosfera di imminente unione mitologica è la folla, che ormai considera apertamente l'evento come l'arrivo di Afrodite con il suo corteo, giunta per incontrare e, soprattutto, unirsi a Dioniso per il bene dell'Asia. Cleopatra in questo si dimostra estremamente abile. Capisce i punti deboli della popolazione e soddisfa i suoi desideri sfruttando credenze e religione. E lo stesso fa con Antonio: comprende che ha un debole per le donne, per la teatralità degli eventi e per le feste che sfociano nella lussuria. Il suo arrivo così eccentrico a bordo di quell'imbarcazione mitologica è la prova di quali siano stati i suoi ragionamenti.

Ma se Antonio ha ora come obiettivo la conquista non solo di una donna ma soprattutto di una donna-regina (con grande convenienza politica), Cleopatra punta ben più in alto: intende sedurre Antonio e ottenere attraverso di lui la protezione di Roma per l'Egitto, per se stessa e per il figlio Cesarione.

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