Giancarlo Cosio, nato il primo aprile del 1963 a Milano, senza braccia e senza una gamba, quella destra, per colpa del talidomide, un farmaco contro i disturbi della gravidanza prodotto in Germania tra il 1957 e il 1962, è arrivato nei giorni scorsi un riconoscimento eccezionale: è stato infatti riconosciuto «migliore atleta mondiale 2007» dopo avere vinto la medaglia doro ai campionati mondiali di sci nautico in Australia.
Giancarlo ha alle spalle ormai una lunga serie di successi alle olimpiadi dei disabili. Come Oscar Pistorius, latleta sudafricano che corre i 400 metri con gli arti inferiori artificiali e che al centro di un caso internazionale nel mondo dello sport perché si discute se possa partecipare alle gare riservate agli atleti cosiddetti normali.
Una vicenda che non ha lasciato indifferente Cosio: «Pistorius è un personaggio e un atleta eccezionale, che ha avuto un grande merito: quello di avere rotto le regole atletiche, tanto da essere oggi rifiutato dallo sport dei disabili e allo stesso tempo da quello dei normali perché troppo forte. E, comunque, costringe finalmente a parlare seriamente di sport in rapporto ai disabili. Una vicenda su cui dobbiamo riflettere tutti».
Per Giancarlo Cosio lo sport è stato la grande occasione del suo riscatto. Ha cominciato col nuoto, per ragioni terapeutiche: «E subito mi sono reso conto di essere in grado di raggiungere risultati che stupivano il mio preparatore. Ho deciso così di insistere. Con la caparbietà di chi è cresciuto imparando a compiere gesti per tutti normali, ma per me proibiti, come il mangiare o il vestirmi da solo».
E dopo aver vinto alcune medaglie nel nuoto, Cosio si era dato al ciclismo. Con sempre crescente successo. Fino a vincere medaglie doro ai campionati mondiali per disabili e aver conquistato il record dellora: 38,093 chilometri, in bici con una gamba sola.
Nel 2003 il passaggio allo sci nautico, uno sport che pratica praticamente a sue spese, e con limpegno quasi quotidiano di allenamenti che deve sporgere in trasferta, a Novara. E anche qui una messe di successi. Non è un caso che don Antonio Mazzi lo abbia scelto come testimonial di Exodus.
Spesso viene chiamato nelle scuole a raccontare la sua esperienza. «Ai ragazzi spiego che cosa deve essere lo sport.
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