"Craxi? La sinistra rinnega il suo uomo migliore"

 Luca Telese
 da Roma
 Da ieri Bettino Craxi può essere considerato il vero padre nobile di Forza Italia tra i leader della seconda Repubblica. Non certo per una coincidenza, infatti, dopo l’elezione della figlia Stefania nelle liste azzurre, nell’anniversario della scomparsa, e mentre il leader della Casa delle libertà Silvio Berlusconi lo ricorda con un discorso politico che ne rivendica in pieno l’eredità politica, il coordinatore azzurro, Sandro Bondi scrive a iscritti ed eletti del partito per incoraggiarli ad adoperarsi per intitolare a lui vie e piazze nelle amministrazioni locali.
Il discorso di Berlusconi, che di Craxi fu amico, è tutto politico: «A sette anni dalla scomparsa - spiega il leader azzurro - la figura di Bettino Craxi si staglia sempre più netta sulla scena della sinistra italiana che ha perduto con lui l’ultimo vero protagonista del riformismo. La sua azione politica resta un esempio di modernità e di libertà. Craxi morì portando sulle sue spalle il peso e le responsabilità di un sistema politico in cui aveva dovuto muoversi ma del quale aveva saputo obiettivamente riconoscere e denunciare i difetti, le ambiguità e i rischi». Aggiunge Berlusconi: «Fu l’unico statista a tentare di portare l’Italia fuori dalla partitocrazia, ma il suo tentativo di riforma istituzionale fu avversato con ogni mezzo dai veti incrociati del Pci e della sinistra Dc; da quel ceto politico, cementato dal compromesso storico, che oggi vede ricomposti e protetti i propri interessi nell’attuale governo». E quindi, legando i problemi dell’Ulivo all’eredità di Craxi: «Proprio perché non discende da una cultura riformista, la sinistra italiana appare incapace di emendarsi e di tutelare gli interessi nazionali. Questa sinistra, in definitiva - conclude Berlusconi - sconta la colpa di aver rinnegato uno dei suoi uomini migliori, che aveva vinto la lunga battaglia di libertà col Pci e che per questo andava eliminato dalla scena politica».
Corre in parallelo, poi, l’iniziativa di Bondi: «Cara amica, caro amico - spiega nella sua lettera - ti scrivo per segnalarti e riflettere insieme a te sull’opportunità di richiedere formalmente, nel contesto del tuo consiglio comunale, che sia dedicata una strada, una piazza, un parco alla memoria di Bettino Craxi, la cui storia, fatta di vittorie esaltanti e anche sconfitte dolorose, è stata interamente segnata dalla difesa della libertà, dalle ragioni della giustizia sociale e dall’amore per l’Italia».

Un provvedimento che per Bondi acquisisce significato simbolico, «perché afferma, con un segno concreto, l’idea e la possibilità di una storia non più tormentata dai dissidi sopraggiunti all'indomani della falsa rivoluzione del '92-94».

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