Crescono i casi di influenza A ma i vaccini sono ancora pochi

Crescono i casi di influenza A ma i vaccini sono ancora pochi

Mette paura, nonostante le rassicurazioni dei medici. Ma sono proprio loro i primi a essere incerti sull’idea di vaccinarsi contro l’influenza A/H1N1. La categoria si divide tra favorevoli e contrari. I primi convinti che in quanto operatori sanitari sottoporsi alla profilassi sia un problema di coscienza, i secondi scettici per i rischi legati alla scarsa sperimentazione del nuovo vaccino.
Così la campagna va avanti a singhiozzo, mentre cresce il numero delle persone contagiate. A spaventare non è tanto la pericolosità del virus, quanto il numero elevatissimo dei casi, che raggiungerà il picco massimo a gennaio. Si cerca così di correre ai ripari in ogni modo, come ha fatto ad esempio la palestra Fitness First di via Giolitti. In un vademecum indirizzato ai propri iscritti, affisso all’ingresso degli spogliatoi maschili e femminili, ci sono una serie di raccomandazioni su come evitare di contrarre il virus. Indicazioni che ricalcano quelle diffuse dal ministero della Salute e consigli utili, come quello di «mantenere la distanza di un metro dal proprio interlocutore» o «evitare di abbracciarsi e baciarsi».
Il segretario regionale dell’Udc Luciano Ciocchetti ieri ha invece chiesto ai vertici della Sanità di affrettarsi a diffondere il vaccino. «Nel mese di settembre, in relazione all’allarme inerente la probabile diffusione dell’influenza A e in vista dell’inizio dell’anno scolastico - racconta Ciocchetti - chiesi alla Regione di creare una Commissione Etica che potesse tracciare comportamenti e percorsi unanimi degli enti, uffici e scuole sul problema. Ormai è troppo tardi. I dati sono chiari, la curva di diffusione della suina si è alzata rapidamente, arrivando in questo mese a livelli di epidemia. Se esiste il vaccino, e nel Lazio ne sono previsti due milioni, perché non sono stati ancora somministrati?» Ciocchetti punta il dito contro il Governo e la Regione, complici a suo avviso di muoversi troppo lentamente, nascondendosi dietro alle 125.480 dosi di vaccino consegnate dal Ministero del Welfare al centro unico di stoccaggio regionale. «InfluNet, la rete italiana di sorveglianza dell’influenza - prosegue il segretario dell’Udc - ha diffuso i dati inviati da 812 “medici sentinella” sulla frequenza di sindromi influenzali tra i propri pazienti nella quarantaseiesima settimana del 2009. Il valore dell’incidenza totale del virus è pari a 3,88 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 9,22 casi per mille assistiti, per la fascia 5-14 anni è di 13,02, nella fascia 15-64 anni di 2,39 e tra gli individui dai 65 anni in su di 0,64 casi per mille assistiti».
Ma il picco è atteso per l’inizio del 2010. Proprio per questo gli ospedali stanno correndo ai ripari, vaccinando i propri medici. In tutte le Asl sono state distribuite 125.480 dosi indirizzate per il momento al personale sanitario e alle donne incinte. Ma la campagna antinfluenzale, che andrà avanti fino ad aprile, verrà allargata nei prossimi giorni al resto della popolazione. «Le 125.480 dosi che il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali hanno destinato al Lazio - spiegano dalla Regione - sono state consegnate già al Centro Unico di Stoccaggio Regionale. In questa prima fase verranno sottoposti a profilassi sanitari e socio-sanitari e le donne al secondo o terzo trimestre di gravidanza. Nei prossimi giorni il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali proseguirà la distribuzione dei vaccini che verranno somministrati, in via prioritaria, a individui con gravi patologie considerati a rischio di infezione».
Il primo a essere stato vaccinato contro l’influenza A nel nostro territorio è stato mercoledì il direttore sanitario dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, Massimiliano Raponi, seguito da colleghi, medici e infermieri. «È andata bene - racconta Raponi - ho fatto sia il vaccino stagionale sia quella pandemico.

Vaccinarsi per gli operatori sanitari è un obbligo morale, ecco perché abbiamo messo al lavoro una squadra itinerante di medici e infermieri che solleciterà gli operatori che prestano servizio nei tre plessi del nostro ospedale».

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