La crisi fa bene alla «movida» romana

La crisi fa bene alla movida romana, come la movida fa bene alla crisi, riducendone le conseguenze negative in termini di incassi e «tagli». Tra discoteche, meeting point, wine bar e locali d’ogni tipo, è un circolo virtuoso quello che, nella Capitale, ruota intorno all’intrattenimento, passando per svago, «ricchezza» e, perfino, sicurezza. La minore disponibilità finanziaria dei nottambuli romani, per paradosso, quest’anno ha portato gli esercenti ad alzare il livello dell’offerta, sia in termini di prodotti che di servizi. Meno locali, quindi, ma più attenti alla clientela, anche per quanto riguarda la security.
A segnalare il nuovo trend sono gli esperti. Il Lazio, infatti, nell’ultimo anno è salito nella classifica nazionale delle regioni più divertenti, stilata ogni anno, sin dal 1997, dalla «Guida al piacere e al divertimento» (Outline), passando dal settimo posto nel 2008 al quinto del 2009, con ciò che comporta per il turismo. Roma, inoltre, ha conquistato ben tre «oscar del piacere» a livello nazionale - nelle categorie discoteche, La Cabala, per i drinking shop, Fleur e nei Smartpoor Dish, Sottarponte - oltre a un titolo «top emotion», per il Jarro. Ed è solo l’inizio: il trend è in crescita. «La crisi economica - dice Roberto Piccinelli, ideatore e curatore della Guida - ha fatto bene al settore. Prima c’erano troppi locali, molti aperti da gente che non aveva esperienza, ma sapeva di poter portare clienti. Oggi ciò non basta e a resistere sono solo i professionisti, che mettono in discussione la loro notorietà e stanno bene attenti a non fare errori, anche per quanto riguarda staff, sicurezza e selezione all’ingresso».
Per stare al passo con i tempi la notte romana punta sulla «storia» del suo divertimento, abbinando ai tipici ingredienti della movida - alcol e musica - qualche suggestione storico-monumentale nello sfondo. Così, tra gli oscar del piacere 2009, compaiono «La Cabala» appunto, una delle discoteche più «antiche» della città, ma anche i locali di Ponte Milvio. Penalizzato dalla nuova movida è il Centro, «scomodo» a causa della Ztl. Il pubblico romano è diventato più esigente, anzi più «adulto». «Se prima il divertimento sembrava solo per giovani - prosegue Piccinelli - oggi, complice l’aumentato numero di single, l’età di chi va per locali si è alzata, arrivando oltre i 50 anni». Una clientela esperta, che al locale non chiede solo svago, ma socializzazione. È boom di meeting point. «I locali di maggior successo sono quelli trasversali, aperti dalla mattina a colazione fino a notte. È cambiata la filosofia del divertimento, prima si andava in discoteca per guardare le cubiste, ora per essere protagonisti. Nei ristoranti aumentano numero e dimensioni dei tavoli sociali, fatti per far stare insieme persone che non si conoscono. I social beauty hanno bar dove chiacchierare in relax, e perfino i fornai vantano postazioni per aperitivi». Il divertimento fa bene all’umore e all’economia, ma potrebbe giovare perfino al decoro della città.
«Realizzare locali sugli argini del Tevere potrebbe essere un modo per combattere il degrado. Chi sa fare questo mestiere sa garantire sicurezza alle serate.

L’Amministrazione dovrebbe giovarsi della consulenza di professionisti per stabilire nuove regole per la notte romana, che risolvano i problemi della movida calda, senza penalizzarne le prospettive di sviluppo». Prospettive all’insegna di decentramento e diffusione del divertimento. «Le zone che conosceranno una forte crescita nei prossimi mesi - conclude Piccinelli - saranno Eur, Flaminia e Stadio Olimpico».

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