«La crisi si sente, ma dal 2011 si torna a crescere»

ParigiJim McNerney è il numero uno di Boeing, colosso aerospaziale con un fatturato di 61 miliardi di dollari, utili netti per 2,6 miliardi, 162mila dipendenti. Il Giornale lo ha intervistato a Le Bourget, nel corso del salone aerospaziale, per discutere la situazione dell'aviazione civile e i rapporti tra Boeing e il gruppo Finmeccanica, in particolare Alenia Aeronautica. La società italiana è partner di Boeing nella realizzazione del nuovo aereo commerciale B787, realizza il 14% della intera fusoliera. Ogni B787 vale per Alenia circa 7 miliardi di dollari e la società italiana sta investendo oltre un miliardo di euro solo nello sviluppo della prima versione del velivolo, il B787-8. Gli investimenti continueranno per realizzare le altre varianti della «famiglia» di aerei B787. Ma i rapporti tra Boeing e l'industria italiana vanno al di là del B787 e comprendono elicotteri, armi intelligenti, programmi spaziali, con altri progetti in discussione.
Il B787 volerà forse la prossima settimana, ma le discussioni con i vostri partner, compresa Alenia/Finmeccanica, su come affrontare i costi addizionali provocati dal ritardo del programma continuano.
«Abbiamo un'idea precisa dei nostri costi extra, con i partner troveremo un punto di incontro, l'orizzonte sarà più sereno dopo il primo volo e con l'incremento dei ritmi produttivi. Da fine 2012 ne costruiremo 10 al mese».
Ma i partner hanno risolto i problemi di qualità?
«Quasi del tutto, stiamo lavorando con loro per venire a capo degli ultimi aspetti. Nel caso italiano, ci sono sempre meno lavoratori in trasferta negli Usa per completare le sezioni di fusoliera prodotte in Italia e assemblate da Global Aeronautica, la joint che abbiamo con Alenia. I progressi sono continui».
Dopo l'esperienza della prima versione del B787 cosa cambierà nello sviluppo di quelle successive?
«Faremo più lavoro direttamente, quello più difficile, ridistribuiremo responsabilità e carichi di lavoro, ma rispetteremo le aspettative dei nostri partner che hanno e continuano ad investire nel programma».
Come reagisce Boeing alla crisi della aviazione civile?
«Fino adesso abbiamo avuto un numero di cancellazioni di ordini moderato, 60, considerando che abbiamo ordini per 3.700 aerei. Riduciamo i ritmi produttivi degli aerei più grandi, scenderemo un poco nel 2010, ma grazie al B787 torneremo a crescere già dal 2011».
Come accoglie la decisione dei governi Europei di sovvenzionare lo sviluppo del rivale del B787, l'Airbus A350?
«Con disappunto, specie considerando che è imminente una decisione del World Trade Organization sui sussidi di Stato per i programmi aeronautici commerciali».
Passando al settore militare. Il Pentagono comincia a muoversi per selezionare un nuovo aereo da addestramento. Avete scelto se procederete da soli o con un partner? Una delle opzioni è l'M-346 italiano...
«Per ora non c'è un vero programma, appena ci sarà un requisito decideremo. In fretta.

Possiamo fare da soli, con un nuovo progetto, oppure in team con qualche partner. Dipende da cosa vorrà il cliente. Conosciamo bene l'M-346 (Boeing lo offre insieme ad Alenia Aermacchi a Singapore). In questa fase tutti parlano con tutti. Lo facciamo anche noi».

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