Le critiche della stampa estera: «È come sfondare una diga»

Matteo Sacchi

da Milano
Migliaia di detenuti che escono dai cancelli dei penitenziari perché non c'è altro modo di risolvere la situazione carceraria di un Paese che è l'ottava potenza economica planetaria. Una di quelle notizie capaci di fare il giro del mondo.
Le testate americane sono state lapidarie. A partire dal Washington post, hanno scelto di utilizzare in blocco il titolo e l’articolo dell'Associated press: «Italy prison clemency measure draws fire», ossia in Italia la clemenza sulle carceri attizza il fuoco. L'articolo si concentra nell'apertura sugli esiti dell'indulto. Principalmente sul fatto che uno dei primi prigionieri scarcerati è corso a casa ad aggredire la moglie, ovviamente mettendo ben in rilievo che era stato da poco arrestato per abusi domestici. Modo garbato e da stampa americana, dove i fatti parlano più delle opinioni, per segnalare che, forse, era una di quelle cose che ci si poteva anche aspettare. Esattamente come viene dato rilievo al fatto che nessuno si sia occupato di preparare le associazioni di volontariato all'uscita di così tanti detenuti: «è come aprire una diga. Se il fiume non è largo abbastanza l'acqua straripa». Sempre in forma di dato asciutto e non commentato, l'ovvia constatazione che dentro le carceri non si poteva comunque tenerli: «42mila posti 61mila prigionieri». Un concetto che lo Houston Chronicle accompagna con una foto della casa circondariale di Poggioreale con i reclusi che si affannano ad allontanarsi con tutte le loro cose stipate nei sacchi dell'immondizia. A lato sintetizza l’«accesa disputa nel centrosinistra» che il ministro Di Pietro ha attizzato a colpi di megafono. Certo, sempre nell'ambito della stampa anglofona c'è anche chi la prende in maniera più faceta. Due dei principali quotidiani australiani, L'Australian e il Sydney Morning Herald si sono concentrati su due «jailbirds» (galeotti) sardi che si sono fatti arrestare a poche ore dalla scarcerazione. A divertire il popolo dei canguri è l'idea che appena usciti siano andati a festeggiare in un bar e poi si siano messi a fare a botte con la polizia.
I giornali francesi sono rimasti invece più freddi sull'argomento, articoli seri come quelli di Le Figaro. Oltralpe il problema visto come più spinoso è quello delle migliaia di immigrati che andrebbero espulsi e su cui Figaro parla di «attendismo» del ministro Mastella.
Per la stampa sudamericana ad occuparsi dell'Indulto è invece soprattutto Prensa Latina. Il titolo è «Incertezza in Italia di fronte alla scarcerazione di massa». In questo caso l'articolo insiste su quello che la Commissione europea contro la tortura aveva chiesto all'Italia. Essenzialmente il nostro Paese avrebbe dovuto mettere in atto una strategia coerente tra l'immissione in prigione e la scarcerazione, non liberare in massa.
Sulla stessa linea anche molti giornali on line brasiliani dove il problema carcerario è molto sentito. Negli ultimi mesi ci sono state ripetute rivolte e minacce al governo da parte di associazioni criminali che chiedono la scarcerazione dei loro boss. O globo insiste sulla spaccatura della maggioranza di Prodi. Non si tratta però solo di stampa.

Il procuratore internazionale Carla Del Ponte, interrogata dai giornalisti a Locarno ha commentato così l’indulto: «Doveva essere fatto per le bagatelle invece poi l’hanno applicato ad altre cose... le vittime sono vittime due volte».

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