Crolla un cantiere in autostrada, operaio muore

I feriti sono 14, due gravi. Il presidente Napolitano: «Inaccettabile»

Eleonora Barbieri

Antonio Veneziano era arrivato al cantiere di San Calogero, in provincia di Siracusa, soltanto quattro giorni fa dalla sua città, Messina, per lavorare come operaio. Ieri mattina era impegnato sul ponteggio in contrada Castelluccio, uno dei tanti per la costruzione dell’autostrada che dovrà collegare Catania a Siracusa, quando l’impalcatura è crollata, trascinando con sé parte del traliccio e quindici persone. Antonio, 25 anni, è l’unico a non farcela: gli altri quattordici colleghi sono feriti, due in modo più grave e sono subito trasportati all’ospedale Cannizzaro di Catania. Qui, in serata, uno di loro è stato operato per rimuovere un trauma cranico ed è in rianimazione: per entrambi la prognosi è riservata, ma non sarebbero in pericolo di vita.
I soccorritori intervengono in fretta, non appena è lanciato l’allarme, verso le undici: i vigili del fuoco arrivano da Siracusa e da Catania insieme ai volontari della Protezione civile. La rampa del viadotto in costruzione, i ponteggi, i tralicci sono un unico ammasso di macerie che ha schiacciato gli operai. Anche i colleghi aiutano a scavare sotto le rovine, a fatica si riesce a comporre un appello dei presenti: i dispersi sono quindici, tutti sono estratti vivi, tranne Antonio. Quattordici operai sono feriti, altri otto sono rimasti illesi.
A San Calogero arrivano anche i poliziotti del commissariato di Augusta, la città più vicina, per un primo sopralluogo su incarico del procuratore della Repubblica di Siracusa: tocca a loro svolgere le indagini per capire che cosa sia successo ieri mattina al cantiere aperto dalla Pizzarotti, un’impresa edile di Parma, a poca distanza dalla Statale 114. Secondo le prime ipotesi, il crollo sarebbe stato causato dal «carro di varo», la struttura metallica di sostegno utilizzata per il trasporto delle travi in cemento che avrebbe ceduto, forse sotto un carico eccessivo o per una manovra sbagliata. Terminate le operazioni di soccorso, verso le 13.30 scatta un nuovo allarme: i pompieri fanno sgombrare tutta la zona, temono nuovi crolli, perché «si sono sentiti degli strani scricchiolii provenienti da altre campate del viadotto», come spiega all’Ansa Salvatore Rizzo, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Siracusa.
Il ponteggio, un’area di circa 200 metri quadrati, non esiste più, un operaio di 25 anni è morto e quanto è successo in quest’angolo di Sicilia è un caso nazionale: le prime parole sono del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che lancia un appello a vigilare di più sul rispetto delle norme di sicurezza: «Il drammatico bilancio dell’incidente mette in evidenza situazioni inaccettabili sotto il profilo della sicurezza e richiama alla necessità di una più costante e forte vigilanza per il rispetto delle norme e delle condizioni di lavoro». Gli fa eco il presidente della Camera Bertinotti, mentre il neoministro delle Infrastrutture Di Pietro annuncia che martedì riferirà della tragedia in Parlamento. Per il presidente della regione Salvatore Cuffaro «il popolo siciliano paga ancora una volta un prezzo elevatissimo per dotare la nostra regione di quelle infrastrutture fondamentali per lo sviluppo». Un episodio così tragico non deve quindi rappresentare un freno alla realizzazione di un’arteria fondamentale, attesa da anni: «Dobbiamo assicurare le risorse necessarie perché le opere infrastrutturali vengano realizzate nel miglior modo possibile, con le massime condizioni di sicurezza per i lavoratori, al fine di proseguire il percorso già avviato di crescita della Sicilia». Il rischio di una chiusura dei cantieri da parte dell’Anas è stato ventilato anche dai sindacati che chiedono, piuttosto, che l’autostrada «sia completata rispettando i criteri di sicurezza».

Ma i rappresentanti dei lavoratori parlano anche di «ennesima tragedia annunciata» e non si spiegano «come in un cantiere così vasto e tecnologicamente avanzato si sia potuto verificare un incidente di tale portata»: perciò, dopo la morte di Antonio, annunciano una giornata di sciopero in tutti i cantieri lungo la Catania-Siracusa.

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