Orrore a Ravenna, dove un uomo italiano ultracinquantenne, che stava scontando agli arresti domiciliari una condanna per violenza sessuale ai danni di una 14enne, fidanzata del figlio, ha abusato di sua figlia 11enne approfittando delle uscite della moglie il sabato mattina. È stato un incubo durato quattro anni per la bambina, che si è liberata dell'orco che aveva in casa solo quando l'uomo è tornato in carcere per finire di scontare la pena per il primo caso di violenze.
L'uomo ha appreso del procedimento in corso per gli abusi sulla figlia pochi giorni fa, nel carcere di Forlì, dove sta scontando gli ultimi 9 anni di carcere per la violenza precedente. Durante l'interrogatorio di garanzia per questo secondo caso di abusi l'indagato ha fatto scena muta ma davanti al gip ha effettuato dichiarazioni spontanee, ammettendo le proprie responsabilità. Ha pianto, mentre parlava col gip, e ha assicurato che parlerà anche col pubblico ministero perché, avrebbe detto, non intende arrecare ulteriori danni alla sua famiglia, ormai distrutta.
La violenza sulla figlia è emersa quando la giovane, ormai quindicenne e con il padre lontano perché recluso, ha deciso di parlare con un terapeuta di quanto le era accaduto, in modo tale da superare quel trauma. Ed è stato il medico, in coscienza, a informare le forze dell'ordine di quegli abusi. Da lì è partita l'indagine che ha condotto all'interrogatorio di garanzia. La ragazzina è stata quindi ascoltata dalle forze dell'ordine con l'ausilio di un'agente speciale e da questi colloqui erano emersi gli elementi già riferiti dal medico che aveva preso in carico la ragazzina.
Tutto sarebbe iniziato proprio quando l'uomo si sarebbe trovato ai domiciliari con moglie e figli a seguito della violenza sessuale nei confronti della 14enne fidanzatina del figlio. Quella figlia che stava maturando e che si stava trasformando in una donna aveva attirato la sua attenzione e da lì erano iniziati gli apprezzamenti, poi sfociati nelle molestie e nelle violenze. La ragazzina pare gli urlasse in faccia tutto il suo schifo, davanti al quale lui ammetteva di essere un "padre pessimo" e prometteva non sarebbe più accaduto ma quando l'uomo si ritrovava di nuovo solo con la ragazzina replicava ancora e ancora i suoi abusi.
Per anni la ragazzina, che si era confidata col fratello, ha dovuto subire in silenzio anche perché "ricattata" dal padre che pare abbia minacciato il suicidio nel caso in cui uno dei figli l'avesse denunciato. A distanza di un anno dall'allontanamento del padre dall'abitazione per il ritorno in cella, la ragazzina ha finalmente raccontato tutto a sua madre.
Fino a quel momento, la donna era convinta dell'innocenza del marito per le molestie del primo caso ma davanti al racconto della figlia ha dovuto riconoscere l'esistenza del problema e andata in carcere dall'uomo aveva ottenuto la conferma di quelle bestialità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.