È cominciata nella tarda mattinata di mercoledì 31 gennaio e si è conclusa attorno alle ore 19 l'udienza a porte chiuse di Silvia (nome di fantasia), la studentessa italo-norvegese che nel 2019 denuciò per violenza sessuale Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e i suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Il legale della ragazza, l'avvocato Giulia Bongiorno, ieri ha presentato un'istanza al presidente del tribunale di Tempio Pausania (Sardegna), dove si celebra il processo per stupro di gruppo a carico dei quattro imputati, segnalando che lo stato psicologico della ragazza è peggiorato. Motivo per cui ha chiesto che fossero attuate le misure previste dal codice di procedura per tutelare e preservare l'assistita da ulteriore stress emotivo. I giudici hanno consentito che la ragazza fosse protetta da un drappo nero durante la deposizione. Domani alle ore 10 riprenderà il controinterrogatorio, con le domande degli avvocati Vernazza e Mameli.
In aula mostrato il video choc
Nel corso dell'udienza sono stati mostrati alcuni spezzoni del video relativo al presunto stupro e Silvia ha lasciato l'aula. Secondo la difesa dei quattro imputati, il filmato servirebbe a "dimostrare che la giovane era consenziente ai rapporti sessuali". La ragazza, che all'epoca aveva 19 anni, non ha mai voluto vedere quelle immagini. "Non è ha mai voluto sapere niente", aveva precisato nelle udienze precedenti il suo legale, l'avvocato Giulia Bongiorno. Agli atti del processo ci sono altri due video, che però quest'oggi non sono stati proiettati. I giudici hanno precisato di conoscere già il contenuto delle registrazioni e quindi hanno ritenuto che non fosse necessario mostrarli.
"A Silvia fatte 1400 domande"
I legali di Silvia hanno allegato alla richiesta di audizione protetta due valutazioni: una dello psichiatra e l'altra della psicologa, da cui emergerebbe un peggioramento delle sue condizioni. Al punto che alla ragazza sarebbe stata modificata la terapia farmacologica, ovvero sarebbero stati aumentati i dosaggi dei farmaci. Nell'istanza presentata dall'avvocato Bongiorno si fa presente anchre che la giovane ha risposto ad oltre 1400 domande nel corso delle quattro udienze, alcune delle quali ritenute "molto intime".
"Non abbiamo trovato una vittima provata"
Nell'udienza di oggi c'è stato il controesame da parte prima dell'avvocato Gennaro Velle, difensore di Francesco Corsiglia, e poi dall'avvocato Alessandro Vaccaro, legale di Vittorio Lauria. Secondo i difensori dei due ragazzi, la giovane si sarebbe contraddetta più volte durante la deposizione ed è stato necessario fare diverse pause. "Ho visto tutto nero, il mio corpo non rispondeva", ha ribadito Silvia replicando alle contestazioni che le venivano fatte. "Non abbiamo trovato una vittima assolutamente provata - ha detto l'avvocato Vaccaro al termine dell'udienza - c'è stato solo un momento di commozione quando gli ho fatto alcune contestazioni rispetto alle sue parole, che chiaramente l'hanno colpita. La giornata è andata abbastanza liscia. Il mio bilancio è assolutamente positivo". "È stato fatto il contro esame da quasi tutti i difensori, tireremo le somme alla fine", ha aggiunto l'avvocato Velle.
La versione della ragazza
Nel corso dell'ultima udienza, celebrata a porte chiuse lo scorso dicembre, Silvia ha risposto alle domande dell'avvocato Antonella Cuccureddu, legale di Francesco Corsiglia. La giovane ha raccontato tra le lacrime la sua versione, ripercorrendo con grande sofferenza quanto accaduto quella notte nella residenza estiva di Ciro Grillo, a Cala di Volpe, dove si sarebbe consumata la violenza sessuale. I legali dei quattro imputati avevano evidenziato alcune incongruenze nel racconto della ragazza che, ad esempio, non ricordava di essere andata a comprare le sigarette con uno dei ragazzi o di aver accettato un passaggio fino ad Arzechena il giorno dopo i presunti abusi.
La vicenda
I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella residenza estiva della famiglia Grillo in Costa Smeralda (Sardegna). Silvia e l’amica Roberta avevano conosciuto Ciro Grillo e gli amici genovesi in un noto locale dell'isola. Al termine della serata, durante la quale erano stati consumati diversi drink, le due studentesse avevano seguito la comitiva di ragazzi nell'appartamento a Cala di Volpe. Su quanto accaduto nelle ore successive ci sono due versioni discordanti.
Silvia sostiene che i ragazzi l'avrebbero costretta a bere e di essere stata violentata più di una volta. Gli imputati respingono le accuse, ritenendo che la ragazza fosse consenziente. Pertanto, a dir loro, non ci sarebbe stata alcuna violenza sessuale.
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