Scritta la parola fine al processo per fatture false a carico dei genitori dell'ex premier Matteo Renzi. La Cassazione ha confermato il proscioglimento di Tiziano Renzi e di Laura Bovoli, accusati di aver emesso due fatture per prestazioni inesistenti. Confermata dunque la sentenza della Corte di Appello di Firenze dello scorso 18 ottobre 2022: i giudici avevano stabilito che i due coniugi andavano assolti con la formula "perchè il fatto non costituisce reato". In primo grado, invece, i genitori del leader di Italia Viva erano stati condannati entrambi a un anno e nove mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena.
Contro il proscioglimento pronunciato dai magistrati di secondo grado, il Pg di Firenze ha fatto ricorso in Cassazione. Gli ermellini hanno fissato l'udienza velocemente per il rischio prescrizione per uno dei reati contestati all'imprenditore pugliese Luigi Dagostino. Condannato a due anni di reclusione in primo grado, anche lui era stato assolto in appello per false fatture ma condannato a nove mesi di reclusione per il solo reato di truffa aggravata. Contestato l'aver sollecitato alla nuova dirigenza della Tramor - da lui amministrata prima del passaggio nella holding del lusso Kering - il pagamento della fattura da 140mila euro. Per Dagostino ci sarà un appello bis, poichè la Cassazione ha accolto il ricorso del Pg in relazione a un capo d'accusa del quale era stato prosciolto.
Al centro del processo due fatture emesse da società dei Renzi nel 2015 - una da 20.000 euro dalla società Party, un'altra da 140.000 euro più Iva dalla Eventi 6 - per consulenze ad aziende riferibili a Dagostino. Nel dettaglio, le conseguenze riguardavano studi di fattibilità su progetti commerciali nell'outlet The Mall di Reggello, nel Fiorentino. Tra circa un mese si conosceranno le motivazioni della decisione della Cassazione.
La decisione della Corte di Cassazione chiude un processo che non avrebbe mai dovuto essere aperto, il primo commento di Matteo Renzi in una nota:"Solo l'ostinazione pervicace e ideologica della procura di Firenze ha costretto lo Stato italiano a spendere centinaia di migliaia di euro del contribuente per una vicenda giuridicamente inesistente". Il leader di Italia Viva ha aggiunto: "Non esiste risarcimento per la sofferenza di tutta la famiglia in questi anni.
Ma la definitiva assoluzione dimostra, una volta di più, che fare le battaglie in tribunale e affermare la verità è il modo più serio di rispettare le Istituzioni contro chi usa alcune procure come arma politica nei confronti degli avversari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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