Erba, tensione in aula. "Frigerio aveva un’amnesia, Cherubini gridò"

Le teorie della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi esposte nella seconda udienza per la revisione del processo sulla strage di Erba

Erba, tensione in aula. "Frigerio aveva un’amnesia, Cherubini gridò"
00:00 00:00

Un’udienza piena di tensione la seconda nel processo di revisione per la strage di Erba. La difesa dei due imputati ha chiesto all’avvocato di Stato Domenico Chiaro e al pg Guido Rispoli di "evitare plateali manifestazioni di dissenso”: il legale Nico D’Ascola ha puntato il dito sullo scetticismo non verbale mostrato durante la sua arringa, e ha lamentato di aver notato questo atteggiamento anche nell’udienza precedente.

Presenti in aula i condannati in tre gradi di giudizio Olindo Romano e Rosa Bazzi, mentre sono assenti i famigliari delle vittime, a eccezione di Azouz Marzouk: per i Castagna questi momenti rappresentano un rinnovarsi del loro dolore. L’11 dicembre 2006 le fiamme avvolsero parte di una palazzina in via Diaz a Erba. Furono trovati, percossi e accoltellati, i corpi di Raffaella Castagna, del figlio Youssef Marzouk, della padre Paola Galli e della vicina Valeria Cherubini. Sul pianerottolo fu trovato invece, ferito gravemente ma sopravvissuto, il marito di Cherubini Mario Frigerio.

Dopo lunghi interventi però la decisione sulla revisione è rimandata: la prossima udienza è fissata al 10 luglio 2024 e dovrebbe esserci anche la camera di consiglio. Come ha tenuto a precisare il presidente della corte d'appello di Brescia, Antonio Minervini. "C'è molta carne al fuoco, ci sarà un rinvio non a breve". Ma cosa è stato detto in questa seconda udienza?

La teoria contro la testimonianza di Frigerio

Fu proprio la testimonianza di Frigerio a inchiodare Romano e Bazzi, anche loro vicini di casa, che si disse avevano avuto in passato diverse liti con Raffaella Castagna. La testimonianza di Mario Frigerio per l’avvocato D’Ascola “è una prova sospetta”. L’uomo ha infatti descritto inizialmente il killer affermando fosse un estraneo dalla carnagione olivastra per poi successivamente indicare Romano: “Il riconoscimento di una persona conosciuta è automatico e incoercibille, non c'è bisogno di pensarci” ha chiarito il legale.

Sulle prime dichiarazioni di Frigerio ha insistito anche l’avvocato Fabio Schembri, sempre del collegio difensivo dei coniugi. Schembri ha spiegato che Frigerio soffrisse di “un'amnesia anterograda”, per aver respirato, a seguito dell’incendio, “monossido di carbonio”, che ne avrebbe compromesso le funzioni cognitive “come alterazioni della memoria, della capacità di ricordare”. Inoltre sarebbe stato sottoposto dagli inquirenti a “domande suggestive che possono innescare una falsa memoria esibita in dibattimento. Frigerio perde lucidità, ma peggiora non migliora, le sue condizioni erano migliori i primi giorni”.

La dinamica dell’omicidio di Cherubini

La difesa di Romano e Bazzi non si è però concentrato sul solo Frigerio, ma ha voluto evidenziare come la dinamica dei fatti presenterebbe presunte lacune: “Le nostre consulenze descrivono una dinamica dei fatti completamente diversa dalla sentenza che rende incompatibile la presenza di Olindo e Rosa con la strage di Erba” ha chiosato Schembri nel suo intervento.

La ragione dell’affermazione: Valeria Cherubini sarebbe stata aggredita nella sua abitazione alla testa e alla gola e non avrebbe potuto urlare “aiuto” come invece avrebbero sentito i primi soccorritori: “La nuova prova introduce che l'assassino o gli assassini erano ancora in casa perché la sentirono gridare, la prova nuova attesta che venne colpita su e questo è un aspetto che oggi potrebbe diventare dirimente”. Sarebbe inoltre stato impossibile per i soccorritori non vedere i coniugi Romano fuggire dal luogo della mattanza.

Il sangue di Youssef

L’impianto difensivo di Romano e Bazzi non si ferma qui e conta “243 errori” nelle confessioni di marito e moglie. Secondo i legali la dinamica resa nelle confessioni dei due non corrisponderebbero ai fatti, a partire dalle macchie di sangue di Youssef Marzouk, il figlio 2enne di Castagna. “Le macchie di sangue del povero bambino non sono compatibili con la dinamica raccontata da Rosa Bazzi: gli schizzi di sangue sarebbero dovuti essere diversi rispetto a quelli che restituisce la scena del crimine […] distanti mezzo metro se non di più” ha spiegato Patrizia Morello, una dei legali appunto del collegio difensivo dei coniugi.

Le confessioni di Romano e Bazzi rappresentano un interrogativo per l’opinione pubblica, anche perché furono in seguito ritrattate.

Secondo Schembri si sarebbe trattato di “un atto di generosità che compiono entrambi, un atto generoso: Olindo per salvare Rosa e Rosa salvare Olindo”, ma al tempo stesso il frutto di “pressioni” da parte degli inquirenti, “il minore dei mali” al fine di ottenere una “cella matrimoniale” e quindi restare insieme in carcere.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica