"Ho preso i piedi di Saman". Le ultime ore e l’omicidio

I dettagli che hanno portato il tribunale a emettere le sentenze per l'omicidio di Saman Abbas. La ricostruzione degli ultimi giorni è stata fondamentale

Screen Quarto Grado
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I punti chiave

Continuano a far discutere le motivazioni della sentenza di primo grado per l’omicidio di Saman Abbas. Non solo per le condanne e le assoluzioni ma anche per la ricostruzione che il tribunale ha effettuato in questa fase, in attesa del secondo grado di giudizio dopo gli eventuali ricorsi in appello.

Gli ultimi giorni e le ultime ore in vita di Saman sono molto dettagliate nella ricostruzione effettuata dalla giustizia, che ha riconosciuto come l’omicidio della 18enne uccisa a Novellara la notte successiva al 30 aprile 2021, possa essere stato preordinato ma non premeditato. Sono stati condannati all’ergastolo per esso i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, mentre lo zio Danish Hasnain è stato condannato a 14 anni di reclusione.

La ricostruzione

Quarto Grado ha spiegato quale sia stata la ricostruzione degli ultimi momenti di Saman in vita secondo la magistratura. Il 28 aprile la giovane avrebbe spiegato al fidanzato Saqib Ayub il proprio piano di fuga: “Di notte non c’è nessun treno perché è un paese molto piccolo. Uscirò da qui di notte, io posso scappare tranquillamente ma non di giorno, solo di notte”. Lo stesso piano sarebbe stato inviato a un’assistente sociale, il tutto registrato dal fratello minore, che poi avrebbe mostrato le conversazioni al padre Shabbar.

Il 30 aprile Saman avrebbe scritto a Saqib di essere riuscita a rassicurare i genitori, convincendoli che la loro relazione era finita: i genitori avevano predisposto le nozze forzate con un cugino in Pakistan, nozze a cui Saman si sarebbe opposta, innamorandosi successivamente di Saqib, che però era inviso alla famiglia di lei perché appartenente a una casta più bassa. Nei vocali di quel 30 aprile lui sembra preoccupato, mentre lei sembra euforica: ha appena scoperto che i genitori sarebbero partiti il giorno dopo per il Pakistan.

In serata Shabbar avrebbe chiamato per tre volte il fratello Danish: nelle motivazioni si legge che sarebbe stato quello il momento in cui i due uomini, supportati filosoficamente da Nazia, avrebbero deciso l’omicidio. Tanto che dopo la videochiamata tra Saman e Saqib delle 23.18, Saman avrebbe avuto un duro confronto con i genitori, testimoniato dallo stesso Shabbar a processo: “Ho parlato con Saman. Le ho chiesto di non andare via. Ho preso i piedi di Saman. Piangevo”. Shabbar ha detto di aver implorato la figlia di non andare da Saqib: questo insieme al bacio postato su TikTok sarebbero state la sua condanna a morte.

I ruoli

Perché i cugini Ikram Ijaz e Nomanoulaq Nomanoulaq sono stati assolti nonostante abbiano lasciato l’Italia dopo gli accadimenti oggetto di indagini? Il tribunale ha semplicemente avuto dubbi sul loro coinvolgimento: il filmato che li vede inquadrati con le pale insieme a Danish il giorno prima dell’omicidio sarebbe infatti realmente un’attestazione di alcuni lavori di emergenza nelle serre a causa del maltempo di quei giorni. Inoltre la pala usata per l’occultamento del corpo era nella casa che condividevano con Danish, mentre gli attrezzi del video erano nella dotazione del capanno dell’azienda agricola in cui la famiglia lavorava.

Ma perché la condanna di Danish, da sempre ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’omicidio, è più lieve rispetto a quella dei genitori di Saman? Danish non solo ha collaborato con le indagini, portando alla

scoperta del corpo, ma il tribunale non ha escluso che a uccidere la giovane sia stata la madre. Nazia è da sempre latitante e le speranze che possa mai scontare la sua pena in Italia sono davvero risicate.

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