"Ha detto che era sua amica". Ora il branco di Palermo si spacca sulle accuse

Gli indagati per lo stupro di gruppo di Palermo si accusano a vicenda: "Lui ha detto che ci stava". Il 22enne che avrebbe organizzato la serata ha filmato la violenza e incitato gli altri

"Ha detto che era sua amica". Ora il branco di Palermo si spacca sulle accuse
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È un rimpallo di colpe e accuse reciproche quello che emerge dai verbali dei sette indagati per lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorso. Tutti i ragazzi coinvolti sembrano aver ben chiaro in quale guaio si sono cacciati ma nessuno, secondo gli inquirenti, avrebbe mostrato segni di autentico ravvedimento nei confronti della vittima, 19 anni. Anzi. È proprio sulla giovane, Francesca (nome di fantasia), che uno del branco, Christian Maronia, prova a scaricare le responsabilità del fatto: "Ci ha chiesto lei di avere rapporti, era consenziente" spiega al giudice per le indagini preliminari. Ma il video degli orrori smentirebbe l'eventuale consenso della ragazza, verosimilmente costretta a bere e poi indotta ad avere rapporti intimi con gli aggressori.

"Lui ha detto che ci stava"

Da venerdì scorso, Christian Maronia è in carcere con la pesantissima accusa di violenza sessuale. "Chiedo perdono alla ragazza", dice al gip durante l'interrogatorio di convalida del fermo. Ma poi prova ad alleggerire, per quanto possibile, la sua posizione puntando il dito contro la 19enne: "Era consenziente" precisa. Fatto sta che in una conversazione con altri due indagati, registrata dai carabinieri, il giovane avrebbe ammesso il mancato consenso della vittima al rapporto intimo: "Lei non voleva. Faceva 'no, basta!'". Maronia tenta poi di giustificarsi scaricando le colpe sull'amico: "Non la conoscevo. - dice al giudice - Era la prima volta che la vedevo, ma Angelo ha detto che era una che ci stava".

La denuncia della 19enne

Da quanto risulta Angelo Flores è il 22enne che avrebbe girato il video degli orrori. Lui e la vittima si conoscevano abitando entrambi nello stesso quartiere di Palermo. Secondo quanto emerso dalle indagini, il pomeriggio del 6 luglio il ragazzo avrebbe contatto la 19enne invitandola a uscire. Si sono dati appuntamento in un locale della Vucciria. "Angelo era insieme a un certo Cristian e altri cinque di cui non so i nomi. - si legge nella denuncia della vittima - Poi mi hanno fatto fumare. Due di loro mi hanno preso sottobraccio. Mi hanno fatto camminare dai Quattro Canti a scendere verso il mare. Ero da sola con questi ragazzi, in tutto sette. Due mi toccavano il seno e altri due le parti intime, mentre camminavamo e gli altri ridevano. Siamo arrivati al Foro Italico e vi era un’apertura e mi hanno fatto entrare lì. Dopo che mi hanno spogliato". Secondo la denuncia, il 22enne non ha partecipato allo stupro e si sarebbe limitato a registrare la rabbrividente sequenza di abusi col cellulare: "Non mi ha toccata, - ha precisato la ragazza - ma si è limitato a filmare la scena con il telefono". La 19enne è convinta che il video sia stato cancellato: "Angelo se n’è sicuramente liberato perché si è spaventato nel vedere le mie condizioni". E invece, quel filmato è stato salvato nella memoria degli smartphone.

I verbali degli altri indagati: "Io non l'ho toccata"

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, Flores non solo ha girato il video ma avrebbe incitato gli altri a seguitare con gli abusi usando, peraltro, espressioni piuttosto colorite e offensive nei confronti della vittima.

Da "leader" del branco, ora il 22enne viene scaricato dagli altri indagati. Da Samuele La Grassa, che in lacrime dice al gip di "essere rimasto in disparte" e non aver toccato la ragazza, a Elio Arnao e Gabriele Di Trapani. Tutti contro tutti.

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