"Denunciamo". Ondata di profili fake per lo stupro di Palermo: cosa succede sui social

Arriva la conferma dal legale di uno degli indagati per la violenza sessuale di gruppo: i profili spuntati su TikTok nelle ultime ore sono fake

"Denunciamo". Ondata di profili fake per lo stupro di Palermo: cosa succede sui social
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Quei video sono assolutamente un fake”, sono queste le parole del legale di Christian Maronia, uno degli indagati per lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo. “La famiglia presenterà denuncia e si dissocia”.

I filmati fake su TikTok

Il legale si riferisce al profilo fake di Christian Maronia, spuntato nella giornata del 21 agosto sul social media TikTok e che nelle ultime ore sta pubblicando diversi video in cui il ragazzo sembrava volersi difendere, sminuendo addirittura l’accaduto. Se fino a qualche ora fa era possibile visualizzare i sei video postati nell’arco di ventiquattrore sul profilo @christianmaronia_, ora i filmati appaiono tutti eliminati e sono rimasti solamente quelli pubblicati sul profilo originale del ragazzo.

Maronia è indagato, insieme ad altri sei ragazzi tutti dell’età compresa fra i 18 e i 21 anni, per violenza sessuale di gruppo perpetrata ai danni di una ragazza 19enne e avvenuta lo scorso 7 luglio a Palermo. I ragazzi sono stati arrestati negli scorsi giorni ed è proprio ieri che, come detto, è apparso un nuovo profilo intestato a Maronia. Secondo alcune teorie poteva trattarsi di un profilo messo a punto da parenti o amici dell’indagato, pensto ad hoc per difenderlo, ma, come anche scritto su ilGiornale.it, questa ipotesi appariva improbabile, dato che, dopo un’analisi del profilo “vero” del 19enne, è stato possibile verificare come i filmati postati dal profilo fake fossero in realtà video risalenti all’anno scorso, che sono stati molto probabilmente ripresi e modificati ad hoc da chi ha creato il fake.

Un video, ad esempio, rappresentava il ragazzo mentre ballava con della musica di sottofondo. Postato a novembre dell’anno scorso sul profilo originale, sul profilo fake era stato presentato come un filmato recente, con cui si voleva far credere che fosse il ragazzo a parlare: “Questo è un messaggio per tutte le persone che mi insultano sull’altro profilo e molto probabilmente anche qua”.

Gli altri profili

A comprovare l’ipotesi che si trattasse di un profilo fake è il fatto che poco dopo, se non in contemporanea, fosse apparso un profilo fake anche di R. P., il giovane che al momento della violenza era minorenne e che ieri è stato scarcerato dal gip per aver dimostrato “resipiscenza” durante l’interrogatorio. Se sul profilo fake di Maronia i messaggi potevano vagamente far pensare a un tentativo, fallimentare, di difendersi, i video postati sul profilo di R. P. erano chiaramente pensati per sollevare la polemica sui social.

In uno di questi il ragazzo appariva in un video in cui chiedeva se una ragazza volesse uscire con lui, ma anche qui, dopo una breve ricerca, si trovava lo stesso video, postato sul profilo reale del ragazzo e poi probabilmente, come con i filmati di Maronia, scaricato, modificato con l’aggiunta di una didascalia e pubblicato sull’altro account. Nelle ultime ore stanno spuntando profili fake anche degli altri indagati, creati con le stesse modalità, cioè prendendo video vecchi e presentandoli come nuovi.

Ora, con la dichiarazione del legale di Christian Maronia è arrivata la conferma definitiva: i profili creati sui social sono un fake e, come dichiarato, la famiglia ha intenzione di denunciare.

L'interrogatorio

Nel frattempo, Maronia è stato ascoltato nella giornata di oggi dal gip, insieme ad altri due degli indagati. Da quanto riportato durante l’interrogatorio di garanzia il 19enne sarebbe scoppiato in lacrime: “Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia”, aggiungendo che “Mi è stato detto che la ragazza era consenziente”.

Nella stessa occasione avrebbe poi puntato di il dito contro Angelo Flores, l’unico conoscente della vittima, dicendo che prima dell’accaduto avrebbe mostrato un video agli altri ragazzi: “Si vedeva che lei sarebbe stata disposta a questa esperienza. Ad organizzare tutto è stato Flores”.

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