Massacra di botte il prete per 20 euro. La follia del somalo

Un 26enne somalo, già detenuto presso il carcere di Sollicciano con l'accusa di rapina, è stato raggiunto da un'altra ordinanza di custodia cautelare: avrebbe massacrato di botte il priore della basilica di Santo Spirito, a Firenze

Massacra di botte il prete per 20 euro. La follia del somalo
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Si era scagliato contro il priore della basilica di Santo Spirito di Firenze, massacrandolo di botte. Il motivo? I 20 euro che il religioso aveva in tasca, a quanto pare: solo l'intervento di alcuni residenti avrebbe evitato il peggio. Questi gli sviluppi dell'aggressione a padre Giuseppe Pagano, concretizzatasi nel capoluogo della Toscana lo scorso 7 ottobre. Proprio nelle scorse ore, stando a quanto riportato dalla stampa toscana, i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di un giovane di 26 anni originario della Somalia, ritenuto responsabile del pestaggio. Il ragazzo si trovava peraltro già detenuto presso il carcere di Sollicciano a quanto pare, dopo esser stato accusato di rapina in un'altra occasione. Proprio quell'episodio, risalente alle scorse settimane, aveva indotto il priore di Santo Spirito a rendere nota la disavventura occorsagli, visto che in un primo momento aveva deciso di non sporgere denuncia.

Il religioso sarebbe stato colto di sorpresa dallo straniero, mentre passeggiava: quest'ultimo lo avrebbe preso a pugni in faccia, facendolo cadere a terra. L'extracomunitario avrebbe continuato ad infierire evitandone la fuga: il priore avrebbe tentato di rialzarsi e di fuggire, ma il giovane l'avrebbe ripreso e buttato nuovamente a terra a suon di pugni. Le urla dell'aggredito avevano se non altro attirato l'attenzione dei residenti. Fino a quando uno di loro si è affacciato dalla finestra e ha a sua volta urlato allo straniero di andarsene. "Nel buio, un uomo di colore mi si è parato davanti e, senza dire niente, mi ha aggredito: ha cominciato a darmi pugni sul volto - aveva raccontato il religioso al Corriere Fiorentino, ricordando quel momento - io sono finito a terra, ma sono riuscito a rialzarmi e mi sono trascinato fino a via Tornabuoni. Ma lì mi ha ributtato a terra e ha ripreso a prendermi a pugni. Io potevo solo gridare e solo grazie a un buon samaritano, un residente che si è affacciato alla finestra e gli ha urlato contro, lui è scappato e io sono ancora vivo. Perché altrimenti mi avrebbe ucciso".

Dopo quell'aggressione, lo straniero era riuscito a far perdere le proprie tracce, salvo essere arrestato a pochi giorni dall'accaduto con l'accusa di aver commesso un altro reato in un'altra area della città. Proprio la rapina sopracitata, commessa a quanto sembra ai danni di un novantunenne, aveva convinto don Pagano a denunciare quanto avvenutogli, ipotizzando che potesse trattarsi della stessa persona. Il "caso" è quindi passato nelle mani dei carabinieri della stazione di Palazzo Pitti, i quali hanno passato al setaccio le telecamere del circuito di videosorveglianza della zona alla ricerca di eventuali indizi.

E sarebbero state proprio le telecamere ad incastrarlo: il gip, su richiesta della procura, ha quindi emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che è già stata notificata al diretto interessato.

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