"Aggressione fulminea con un coltello da cucina". Così è stata uccisa Sharon Verzeni: l'autopsia

I dettagli dell'autopsia sul cadavere della 33enne uccisa a Terno d'Isola. Il killer potrebbe aver studiato l'aggressione mortale

"Aggressione fulminea con un coltello da cucina". Così è stata uccisa Sharon Verzeni: l'autopsia
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Sharon Verzeni sarebbe stata vittima di "un'aggressione fulminea", compiuta verosimilmente con un coltello da cucina. Sono i dettagli che filtrano dall'autopsia effettuata dal medico legale Matteo Marchesi sul corpo della 33enne uccisa in strada a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, la notte del 30 luglio scorso. Il killer, la cui identità resta ancora sconosciuta, ha colpito la ragazza rapidamente, senza lasciare tracce sulla scena del crimine. Motivo per il quale gli inquirenti non escludono che possa essersi trattato di un agguato premeditato.

Le coltellate

Dall'esame autoptico non emergono particolari dettagli sulle modalità dell'aggressione. Non è chiaro, infatti, se Sharon sia stata colpita dapprima al petto o alla schiena. Probabilmente, ipotizza chi indaga, la giovane è stata aggredita alle spalle. Ciò spiegherebbe, almeno in parte, le mancate urla quando è stata raggiunta dai fendenti. Tuttavia non si può escludere che potrebbe non essersi resa conto delle coltellate - il dolore arriva dopo i colpi - oppure sia ammutolita per la paura. In ogni caso, come precisa il Corriere della Sera, non risulta che le sia stata tappata la bocca.

Nessuna traccia di Dna sotto le unghie

Il killer potrebbe non aver lasciato tracce sul corpo della 33enne. Sotto le unghie della vittima non sono state trovate tracce di Dna, ad esempio. Gli investigatori auspicano che via sia stato almeno un contatto tra la vittima e il killer e che qualcosa (una traccia di sudore o sangue) sia rimasto sugli abiti della ragazza. Circostanza non affatto scontata, vista la rapidità con cui ha agito l'aggressore. Ad ogni modo, bisognerà attendere gli esiti degli accertamenti tecnico-scientifici per poter definire al meglio il macabro scenario.

Il super testimone

Per risolvere il giallo servirebbe un super testimone. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, un 76enne che vive a 150 metri dal luogo del delitto, potrebbe avere assistito all'aggressione. Il condizionale è d'obbligo visto che l'uomo nega di aver notato qualche movimento sospetto in zona. "Ero sul balcone a fumare, ma non ho visto nessuno. - avrebbe dichiarato quest'ultimo ai carabinieri - Può darsi che non ci abbia fatto caso a una persona in bicicletta, qui passa tanta gente". Sull'affidabilità delle dichiarazioni rese dal pensionato, gli inquirenti nutrono qualche perplessità. Non si esclude che possa aver notato la sagoma in bicicletta immortalata dalle telecamere sorveglianza in via Castegnate in un orario compatibile con l'agguato.

La madre del compagno di Sharon sentita dai carabinieri

Nel frattempo proseguono le audizioni dei familiari e delle persone vicine alla vittima nel tentativo di trovare ulteriori spunti d'indagine.

Questa mattina Maria Rosa Sabadini, la madre di Sergio Ruocco, il fidanzato di Sharon, è stata sentita dai carabinieri come persona informata sui fatti. Ieri erano stati convocati dai militari dell'Arma Bruno Verzeni e Maria Teresa Previtali, i genitori della 33enne.

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