Milan, perquisizioni in sede e pc sequestrati: indagati Furlani e Gazidis. Cosa rischia il club

La Gdf a Casa Milan. Perquisizioni anche nelle abitazioni private. L'ad indagato per ostacolo alla vigilanza della Figc

Milan, perquisizioni in sede e pc sequestrati: indagati Furlani e Gazidis. Cosa rischia il club
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È stata effettuata oggi pomeriggio una perquisizione della Guardia di finanza nella sede del Milan. L'ad del Milan Giorgio Furlani e l'ex ad Ivan Gazidis sono indagati dalla Procura di Milano per ostacolo delle attività di vigilanza della Figc. Nell'inchiesta che riguarda la cessione del club rossonero dal fondo Elliot a Redbird di Gerry Cardinale, la Gdf ha effettuato perquisizioni nella sede di via Aldo Rossi dove sono stati sequestrati pc e apparecchi telefonici. Sotto indagine è il passaggio di quote da Elliot a RedBird: l'indagine della Procura riguarda il fatto che la proprietà sarebbe ancora di proprietà di Elliot, ma questo passaggio non sarebbe chiaro alla Figc perché a quest'ultima sarebbe stato comunicato il passaggio di proprietà, ovvero che il Milan sarebbe in mano a RedBird.

L'ipotesi degli inquirenti secondo cui, il club rossonero in realtà sia sempre rimasto e sia tuttora sotto l’influenza controllante dell'allora apparente venditore, il fondo statunitense Elliott del finanziere Paul Singer, viene suggerita al Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza da tre fonti documentali di inedite circostanze. Ricavate alcune da documenti depositati alla Sec negli Stati Uniti, altre da documenti trovati in Lussemburgo nelle perquisizioni di un anno fa ai già indagati consiglieri di amministrazione Jean Marc Mclean e Daniela Italia, ma altre ancora pescate in un recentissimo documento interno al Milan stilato per presentare il club nel tour invernale di contatti della dirigenza con potenziali investitori arabi.

Le possibili sanzioni

Lo scenario, se fosse rafforzato dagli esiti delle perquisizioni odierne della sede del Milan e delle case degli indagati, nonché dai sequestri dei loro telefoni e computer, non soltanto avrebbe aggirato le norme sulle comunicazioni obbligatorie del Milan alla Figc, ma avrebbe anche violato l'articolo 5 del regolamento Uefa: quello che nelle Coppe europee vieta che chi controlla già una squadra possa avere influenza pure su altri club iscritti alle medesime competizioni, situazione nella quale si troverebbe il fondo Elliott con il Milan perché già ha una influenza dominante (anche qui attraverso la leva di un grosso credito di poco meno di 200 milioni) su una squadra francese pure iscritta alla Champions League, il Lille (peraltro la squadra di provenienza dell’attaccante Leao e del portiere Maignan). Le sanzioni per il club rossonero potrebbero essere severe, anche se ancora si tratta di semplici ipotesi e nulla di più. Qualora dovessero essere presi provvedimenti, i rossoneri potrebbero vedersi comminata l'esclusione dalle coppe europee per la prossima stagione ma anche punti di penalizzazione legati alla stagione in corso.

Perché Scaroni non è indagato

Mentre sono indagati gli ad rossoneri Furlan e Gazidis, non lo è il presidente del Milan, Paolo Scaroni. Questo perché l’"ostacolo all’autorità di vigilanza" (in questo caso alla Figc che ha natura pubblicistica) è un "reato proprio", di quelli cioè che possono essere commessi soltanto da chi in una azienda rivesta determinate cariche deputate per legge a quelle specifiche comunicazioni, e questo tipo di comunicazioni alla Figc spettano in una squadra appunto non al presidente ma all’amministratore delegato.

La nota del Milan

"In merito alla perquisizione avvenuta in data odierna nella propria sede, la società AC Milan risulta terza ed estranea al procedimento in corso che attiene all’acquisizione della stessa, perfezionata nell’agosto 2022.L’indagine, che coinvolge anche i legali rappresentanti con potere di firma, Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, attuale e precedente AD del Club, ipotizza non corrette comunicazioni alla competente autorità di vigilanza.La società sta prestando piena collaborazione all’autorità inquirente". Recita così la nota diffusa dal Milan dopo le perquisizioni odierne della Guardia di finanza nella sede del club e l'iscrizione dell'attuale ad Giorgio Furlani nel registro degli indagati, insieme all'ex ad Ivan Gazidis, per ostacolo alla attività di vigilanza della Figc.

Il precedente contenzioso con Blue Skye

Questa svolta nell’inchiesta milanese prescinde dalle recriminazioni e dall'aspro contenzioso giudiziario innescato da mesi da Blue Skye, il fondo dei finanzieri Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, già socio di minoranza del Milan attraverso i veicoli lussemburghesi Project Redblack e Rossoneri (5% di Blue Skye e 95% di Elliott) usati prima nel 2018 per subentrare all’inadempiente cinese Yonghong Li e poi nell’agosto 2022 per cedere il Milan a RedBird.

Blue Skye da tempo lamenta infatti di essere stato tagliato fuori dalle scelte proprietarie di Elliott, e l’anno scorso aveva anche chiesto al Tribunale Fallimentare di Milano di aprire una procedura di liquidazione giudiziale nei confronti della "super-società di fatto" asseritamente partecipata dalle società lussemburghesi Project Redblack e Rossoneri Sport Investment: ma lo scorso 17 novembre i giudici Macchi-Barbieri-Rossetti avevano dichiarato il difetto di giurisdizione italiana in relazione al presupposto di questa causa, e cioè l’asserito "Centro degli interessi principali del debitore"

("Comi" nell’acronimo inglese). Rigetto che un portavoce del fondo Elliott aveva accolto con "soddisfazione ma senza sorpresa" per "solo uno dei numerosi contenziosi frivoli e vessatori avviati da Blue Skye".

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