In un'intervista televisiva sul conflitto israelo-palestinese aveva esclamato parole raggelanti: "Moriamo tutti per Allah". Quelle esternazioni, rilasciate davanti alle telecamere di Fuori dal coro, non avevano fatto altro che aumentare l'attenzione delle auorità su di lui. Già osservato dalle forze dell'ordine, quel giovane aveva in effetti simpatie per le teorie dell'islamismo più radicale e negli anni si era distinto per comportamenti violenti o addirittura criminosi. Così, la notte scorsa è scattato il rimpatrio forzato per un 24enne di origine egiziana, residente nei dintorni di via Padova a Milano e irregolare, con il divieto di ritorno nel nostro Paese per 15 anni.
Dal lancio di bottiglie contro la polizia, allo spaccio di droga, dal danneggiamento, al furto e alla rissa, il nordafricano era già noto alle forze dell'ordine, anche per un recente episodio che aveva anticipato la sua espulsione. Il 26 ottobre, secondo quanto si apprende, il giovane aveva una bottiglia di vetro contro una volante del Commissariato Villa San Giovanni. Fermato e portato in via Fatebenefratelli, era stato poi riconosciuto da alcuni agenti che giorni prima lo avevano visto in tv. In quell'occasione, infatti, l'egiziano era stato intervistato insieme ad altre persone dalla trasmissione televisiva Fuori dal coro e davanti ai microfoni aveva affermato: "Moriamo tutti per Allah".
Nel suo cellulare, mostrato agli agenti, il 24 enne conservava video e immagini che rimandavano a contenuti riconducibili alla propaganda di Hamas. Inoltre, in un filmato incendiava un graffito della bandiera di Israele disegnato sul manto stradale e poi esultava per il gesto compiuto. Nelle stesse immagini, secondo quanto riferito, era visibile un'arma da fuoco. Nella descrizione del soggetto stilata dalla polizia di parla di "indole violenta", "insofferenza", "negazione di ogni regola" e "intolleranza verso le istituzioni". Elementi che, sommati a una serie di episodi negativi avvenuti negli anni, hanno fatto scattare il provvedimento di rimpatrio, spiccato direttamente dal Viminale.
A dare notizia dell'espulsione è stato infatti lo stesso ministro degli interni, Matteo Piantedosi. "Ho espulso un giovane egiziano, presente sul nostro territorio dal 2016. Dal 2019, era senza regolare permesso di soggiorno. Lo straniero non ha mai voluto intraprendere un percorso di integrazione nel tessuto sociale del Paese.
Al contrario, si è reso autore di numerosi reati e ha evidenziato una propensione verso posizioni religiose integraliste e oltranziste", ha scritto l'esponente di governo. Poi ha rimarcato: "Chi non rispetta le regole poste alla base della civile e sicura convivenza non può restare in Italia".
Ho espulso un giovane egiziano, presente sul nostro territorio dal 2016. Dal 2019, era senza regolare permesso di soggiorno.
— Matteo Piantedosi (@Piantedosim) November 28, 2023
Lo straniero non ha mai voluto intraprendere un percorso di integrazione nel tessuto sociale del Paese. Al contrario, si è reso autore di numerosi reati e… pic.twitter.com/0IV5nih87U
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