È la segretaria personale della vedova dell'Avvocato a definire quella di Donna Marella "una vita di spostamenti". E lo fa in un documento, che i pm torinesi ritengono decisamente significativo ai fini della loro inchiesta, che è incentrata proprio sulla presunta fittizietà della sua residenza elvetica. Non si capisce come mai l'assistente personale della nonna di John Elkann abbia voluto riepilogare in quattro fogli scritti in forma schematica tutti i viaggi e i giorni in cui la donna si trovasse in Italia. Redigendo così un indizio importante nello schema che i pm ipotizzano da tempo. Fatto sta che il documento è stato trovato nel suo ufficio durante le perquisizioni del 7 febbraio scorso e si tratta di un assist importantissimo per la procura di Torino che infatti lo ritiene uno dei "riscontri di maggior rilievo" in ordine alla presenza di Marella in Italia. "Lo schema fa emergere in maniera nitida — scrivono i pm nel decreto — che Marella Caracciolo quantomeno dall’anno 2015 ha dimorato in Italia per la maggior parte dei giorni". È bene ricordare che la procura ha voluto approfondire la situazione di Marella solo fino al 2015, perché sugli eventuali reati per le annualità precedenti ci sarebbe una sicura scure per prescrizione.
L'inchiesta si basa comunque su due profili. Da un lato il mancato pagamento delle tasse di successione in Italia - non quantificato dai pm nel decreto, ma secondo le stime si aggirerebbe intorno a 40 milioni di euro - avvenuto sottraendo al Fisco quella che secondo i magistrati è una parte dell’eredità della vedova dell’Avvocato, cioè 734.190.717 euro. Una somma che i magistrati avrebbero calcolato a partire dalle dichiarazioni integrative per il 2019-2020 e 2021 presentate dai tre fratelli, figli di Margherita Agnelli, a fine 2023. E quindi solo tre mesi dopo un accertamento antiriciclaggio alla P Fiduciaria, riferibile a John, e scattato dopo una sos da parte di un intermediario bancario. Accertamento peraltro conclusosi con delle comunicazioni alla procura di Torino che già stava indagando sulla questione dell'eredità, dopo l'esposto di Margherita.
I magistrati ipotizzano che si tratti di fondi riconducibili in origine a Donna Marella e che, quindi, anche quelle somme dovessero rientrare nell’eredità, con conseguente obbligo di imposte di successione. Anche se a tal proposito, gli avvocati di Elkann, Federico Cecconi, Paolo Siniscalchi e Carlo Re, avevano precisato che “non esiste alcun tesoro estero” che il numero uno di Exor abbia “nascosto a qualsivoglia autorità”. Quel tesoretto, secondo le difese, sarebbe invece “noto da anni, perché egli stesso lo ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate, pagando ogni tassa dovuta”.
L’altro profilo riguarda invece la presenza di ingenti patrimoni e redditi, che sarebbero stati sottratti alla tassazione italiana.
Per i pm Giulia Marchetti e Mario Bendoni, con l’aggiunto del pool per i reati economici Marco Gianoglio, le somme non dichiarate da Marellan sarebbero circa 30 milioni di euro: e cioè i profitti dei depositi presso Bundeena Consulting, società con sede nelle Isole Vergini Britanniche, di cui Marella sarebbe stata la "titolare effettiva". Secondo i magistrati in seno alla Bundeena si sarebbero trovati quei 734 milioni di euro di eredità, poi trasferiti - alla sua morte - presso Tremaco, un family office con sede in Liechtenstein.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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