Verona, Cruciani a gamba tesa contro il maliano: "Aveva un coltello, la colpa è sua"

Il poliziotto di Verona è stato indagato come atto dovuto per eccesso colposo di legittima difesa. I sindacalisti fanno quadrato: "Se dobbiamo solo portare le divise a passeggio fatecelo sapere"

La Stazione di Verona dove un poliziotto ha sparano a un maliano armato di coltello
La Stazione di Verona dove un poliziotto ha sparano a un maliano armato di coltello
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Il poliziotto che ha neutralizzato il pericolo a Verona, sparando per fermare un immigrato che brandiva un coltello e lo stava aggredendo, è stato posto sotto inchiesta per eccesso colposo di legittima difesa. Il procuratore Raffaele Tito in una nota ha evidenziato che l'episodio rientra "certamente in un contesto di legittima difesa", ma l'ufficio intende valutare se vi sia stata o meno una condotta colposa da parte dell'uomo in divisa e un superamento dei limiti della legittima difesa. Prima di tentare l'assalto violento contro l'agente della Polfer, il maliano Moussa Diarra quella mattina aveva già aggredito altri poliziotti e distrutto alcune aree della stazione Porta Nuova, oltre alle auto in sosta.

Tuttavia, nel rapporto dell'Ecri si mettono nel mirino le forze dell'ordine italiane con l'accusa di essere razziste. Su questa visione distopica del nostro Paese è intervenuto Giuseppe Cruciani, che quotidianamente nel suo programma radiofonico "La Zanzara", in onda su Radio24, commenta l'attualità senza censure e senza i filtri del politicamente corretto. "Ciò che trovo incredibile nella vicenda del poliziotto che ha ucciso un signore del Mali per difendersi è che molti attaccano l’Italia e alcune associazioni parlano di razzismo istituzionale. La colpa è sua che è andato con un coltello in giro", ha dichiarato il conduttore. All'agente della Polfer coinvolto nella vicenda sono arrivati numerosi attestati di vicinanza da parte della politica, anche se non di tutta, per l'iter che si è aperto nei suoi confronti. Anche i suoi colleghi, fin dai primi momenti, attraverso i sindacati hanno voluto far sentire la loro vicinanza ma anche sottolineare che lavorare in queste condizioni è diventato insostenibile.

La senatrice Cinzia Pellegrino, capogruppo per Fratelli d’Italia in Commissione straordinaria per i diritti umani, ha criticato duramente il rapporto dell'Ecri, offrendo la propria solidarietà agli agenti. Ha ribadito che quelle mosse"sono accuse molto gravi e quello che si legge è del tutto falso. Questo atto denigratorio nei confronti di chi ogni giorno mette a rischio la propria vita per la sicurezza di tutti ha il sapore amaro di una sentenza politica ingiusta e infondata". L'esponente di Fratelli d'Italia ha sottolineato come, in questo modo, "si strumentalizzano polizia e carabinieri per serrare un mal celato attacco al Governo, probabilmente anche in vista della prossima approvazione del 'decreto sicurezza', che la sinistra italiana sta osteggiando cavalcando le piazze".

"Capita che fermiamo il rom che fa il furto, ora che cosa dovremmo fare noi? Appena si classifica come rom, gli diciamo 'mi scusi, continui pure a fare quello che fa'?", ha dichiarato Pasquale Griesi, responsabile dei Reparti mobili del sindacato Fsp della Polizia di Stato ai microfoni di 4diSera, su Rete4. "Noi cosa fermiamo? Il cittadino straniero, il cittadino rom o il reato che accade? Io ve lo voglio dire, noi fermiamo i reati", ha sottolineato Griesi. "Lavorare per le forze dell'ordine è diventato un problema. Allora, se dobbiamo portare le divise a passeggio basta che ce lo fate sapere", ha concluso.

"Sta passando sempre più l'idea che in questo Paese la legalità sia un problema, sia un pericolo. Purtroppo, a portare avanti certe battaglie sono sempre le stesse correnti politiche e giornalistiche, come se noi poliziotti stessimo portando avanti una battaglia da soli contro tutti", ha dichiarato invece Andrea Cecchini, del sindacato Italia Celere. "Se non possiamo difenderci non possiamo difendere nessuno", ha proseguito.

Quindi, sul caso di Verona, Cecchini ha concluso: "Non è normale far passare l'aggressore da santo. Poteva uccidere e se avesse ucciso oggi avremmo avuto un bel funerale di Stato, pieno di ipocrisia e menzogne".

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