Aveva abusato sessualmente della donna alla quale aveva ceduto la stessa droga che l'avrebbe poi portata alla morte, approfittando del suo stato d'incoscienza. E, noncurante di tutto ciò, aveva anche filmato l'atto sessuale con lo smartphone. Per tutti questi motivi, un uomo di 43 anni originario dell'Sudamerica è stato condannato dalla Corte d'Appello di Perugia a cinque anni e quattro mesi di reclusione, a seguito della scomparsa di una ragazza ecuadoriana di 27 anni madre di due figli.
Una sentenza giunta nelle scorse ore, dopo che i giudici di primo grado avevano condannato l'imputato a cinque anni per cessione di droga e violenza sessuale e l'avevano assolto dall'accusa di morte causata da altro reato. Quest’ultimo capo d'imputazione gli è stato invece riconosciuto in appello: gli ermellini hanno ritenuto che la sostanza stupefacente che ha condotto la donna al decesso fosse stato fornita proprio dallo straniero.
In base a quanto riportato dai media locali, i fatti in questione risalgono a più di un anno e mezzo fa. Era l'aprile del 2021 e i due protagonisti della vicenda stavano partecipando ad una festa organizzata da alcuni sudamericani in un appartamento del capoluogo dell'Umbria, a quanto pare di proprietà del 43enne extracomunitario. Un incontro organizzato peraltro violando le norme anti-Covid19 sugli spostamenti e sugli assembramenti, allora ancora in vigore. E sarebbe stato proprio il padrone di casa a mettere a disposizione degli invitati alcol e droga in quantità: si trattava perlopiù di cocaina e di eroina, sulla base di quanto ricostruito dagli inquirenti. Le stesse che avrebbe assunto la giovane, "mixandole" con bevande alcoliche. Approfittando delle sue condizioni, lo straniero l'avrebbe quindi violentata ed avrebbe ripreso anche la scena con il telefonino.
La serata terminò come detto in tragedia, con il decesso della donne: quando i poliziotti giunsero sul posto, per lei non c'era praticamente più nulla da fare. I poliziotti hanno poi cercato di ricostruire l'accaduto, avvalendosi dell'analisi dei cellulari dei presenti, dei tabulati telefonici, dalla visione dei filmati delle telecamere di video sorveglianza e delle testimonianze di chi ha vissuto in prima persona l'episodio. La magistratura avrebbe poi richiesto l'intervento del medico legale e di un tossicologo, nel corso del processo.
Il verdetto d'Appello ha tenuto conto anche dei responsi dei professionisti, secondo cui la donna sarebbe deceduta a causa del "mix" di alcol e droga. E la colpa sarebbe stata proprio dell'imputato, responsabile di avergli procurato il tutto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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