Chi è Mellstroy, l'influencer russo che ha "sponsorizzato" le invasioni di campo a Wembley

Le invasioni di campo, in occasione della finale di Champions, sarebbero state "finanziate" da un losco individuo, molto noto nella comunità degli streamer russi

Chi è Mellstroy, l'influencer russo che ha "sponsorizzato" le invasioni di campo a Wembley

La propaganda russa potrebbe essere arrivata fin sui campi di calcio, nello specifico, in occasione della finale di Champions League. La notizia è passata in sordina poiché le immagini internazionali delle competizioni sportive ormai censurano le invasioni di campo, qualsiasi sia la ragione dietro di esse. Tutto ha avuto luogo sabato scorso a Wembley, in occasione dell'esplosivo match tra Real Madrid e Borussia Dortmund, interrotta dopo appena un minuto a causa dell'invasione di campo di un ragazzo, entrato sul prato dopo essere sfuggito ai controlli. Poco dopo altri due giovani lo hanno emulato e sono stati anche loro ripresi dalla sicurezza, tra i fischi e i boati del pubblico. Il gioco è poi ripreso dopo poco più di un minuto di interruzione.

La sfida lanciata da Mellstroy a Wembley

Fin qui, tutto regolare. L'episodio avrebbe potuto essere derubricato a semplice goliardia di tifosi sovraeccitati. E invece no. I tre, i cui dati non sono ancora stati diffusi recavano tutti la stessa maglietta con la scritta "Mellstroy" contentente alcuni link a uno specifico profilo social: quello di Mellstroy, appunto, 25enne influencere bielorusso, al secolo Andrey Burim.

Invasione di campo Wembley

Lo scorso 29 febbraio, in un video rilanciato sul suo canale Telegram, Burim aveva lanciato una sfida alla rete: chi avrebbe invaso il campo di Webley durante la finale di Champions, indossando le sue t-shirt, avrebbe ricevuto un premio in denaro equivalente a 30 milioni di rubli, circa 300mila euro. Questo spiega perché i tre invasori di capo ci hanno tenuto a immortalare la propria impresa con dei selfie accanto ai giocatori, basiti alla vista della scena in corso.

Basta questo a parlare di tentativo di propaganda? Difficile, tuttavia i dubbi restano. L'invasione è infatti avvenuta pochi secondi dopo la proiezione della parola "pace" in tutte le lingue del mondo, e in particolare dopo che era andata in video la sua versione in cirillico. Ciò che ha colpito gli osservatori internazionali, così come Scotland Yard (ancora scottata dalla finale degli Europei di tre anni fa) è che per la prima volta un'invasione di campo non è stata una mera ragazzata. Bensì un'operazione coordinata, studiata, ma soprattutto ordinata e finanziata (nessuno sa se i tre sventurati sono stati remunerati o meno) riuscendo a bucare un enorme apparato di sicurezza.

Chi è Mellstroy

Ma chi è questo Mellstroy, sconosciuto ai più? Spulciando i suoi social, il profilo dell'individuo è abbastanza intuibile. Griffato fino alle mutande con marchi sempre in bella vista, bolidi costosi e modelle svestite. Della sua iconografia sul web, due sono i contenuti che non mancano mai: il denaro, del quale spesso si ricopre, e messaggi violenti. Come le foto in cui si fa ritrarre con un fucile. Originario di Gomel e ora residente a Mosca, figlio di un operaio e di una cassiera, aveva comiciato la propria avventura sul web come streamer appassionato di Minecraft, il videogioco più venduto di sempre.

Con tre milioni di follower su Instagram e 1,5 su Tik Tok: il copione dei suoi video è sempre il medesimo, tra lusso, stravizi e modelle svestite. Il tutto accompagnato da sfide trash al limite, anche con altri influencer russi: spesso evidenteente alterati, si lasciano andare a trash streaming e lotte clandestine in patinati appartamenti moscoviti. Un filone che dal 2017 gli procurava migliaia di spettatori in diretta, mentre lui, incontrando persone sconosciute (qausi sempre donne) sul chat fra sconosicuti, chiedeva alle ragazze in questione cosa fossero disposte a fare per denaro. Molte delle ragazze erano all'epoca minorenni, come lo stesso Mellstroy, spesso "accompagnato" nelle live da suo padre. Tanto da "scomodare" la polizia bielorussa che gli sequestrò il materiale necessario per incriminarlo. Lui nel frattempo si diede alla fuga, ma continuando a trasmettere da luoghi anonimi in cui raccontava le sue peripezie da fuggiasco. Tre mesi dopo, la polizia bielorussa archivia il caso.

Mellstroy e il mandato di cattura

Comincia una nuova vita, in Russia (anche perché in Bielorussia rischia di dover adempiere al servizio di leva), dandosi alle live di gioco d'azzardo in diretta da Moscow City, una volta al soldo di un gigantesco colosso del gioco. Quanto basta a costringere Youtube a chiudergli un canale da quasi 700mila seguaci: è proprio su questa piattaforma che, nell'ottobre 2020, picchia in diretta una modella russa-Alena Efremova- sbattendole la testa più volte contro un tavolo mandandola in ospedale con un trauma cranico. Un gesto che gli costa "soltanto" sei mesi di servizi sociali e una multa di pochi rubli, poiché la legge russa lo incrimina per percosse. Ma nulla di più.

Si ritrova bloccato sui social, fino a quando non arriva Kick a "salvare" il suo impero: si tratta di una nota piattaforma di streaming il cui indirizzo web è stampato sulle magliette in bella vista a Wembley. I numeri, però non sono più quelli degli inizi. Nel frattempo, nel febbraio dello scorso anno, la Bielorussia emette un mandato di cattura nei suoi confronti per essersi sottratto alla naja: Mosca dovrà quindi estradarlo. Ma Mellstroy fiuta il pericolo e riesce ancora a fuggire, alla volta di Dubai, pare. Da qui, nel tentantivo di risalire la china, iniziano le sfide a sconosciuti e famosi sul web: in cambio di ricompense milionarie, obbliga la controparte a sottostare a "penitenze" assurde come rasarsi i capelli, spogliarsi e umiliarsi in vari modi.

Fra queste, quella andata in scena sabato scorso.

La domanda sorge spontanea: se in Russia anche le più piccole deviazioni dal consentito mettono nei guai le persone comuni, come ha fa questo criminale psicopatico a salvarsi sempre in calcio d'angolo? Mistero.

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