
I militari di India e Pakistan si sono scambiati colpi di arma da fuoco lungo la frontiera del Kashmir. Il bilancio parla di almeno quattro vittime da parte pakistana, oltre a quattro feriti, due soldati e due civili. La vicenda è ancora avvolta nella nebbia. I media di Delhi, citando fonti della sicurezza anonime, hanno fatto sapere che le truppe di Islamabad avrebbero aperto il fuoco nei pressi del confine senza essere state precedentemente provocate, costringendo le forze armate indiane a rispondere. Al momento i due governi coinvolti non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. L'incidente è in ogni caso avvenuto due giorni dopo che due soldati dell'esercito indiano erano rimasti uccisi a causa della deflagrazione di un ordigno esplosivo artigianale innescato da presunti terroristi vicino alla Line of Control (LOC) nel settore di Akhnoor del distretto di Jammu.
Sparatoria lungo il confine tra India e Pakistan
Secondo quanto riportato da The Times of India le truppe pakistane avrebbero violato il cessate il fuoco aprendo il fuoco contro postazioni indiane lungo la LoC nel distretto di Poonch del Jammu e Kashmir, provocando "una risposta appropriata" dell'esercito di Delhi. I funzionari indiano hanno affermato che le truppe pakistane avrebbero sparato su un avamposto nell'area di Tarkundi subendo "gravi perdite".
Un accordo di cessate il fuoco al confine firmato dai due Paesi nel 2003 ha ampiamente retto nei decenni successivi, anche se entrambi i governi si accusano spesso a vicenda di averlo violato. Il mese scorso, per esempio, l'esercito indiano ha fatto sapere che i suoi soldati hanno ucciso due ribelli lungo il confine del Kashmir mentre tentavano di attraversare il territorio amministrato dall'India. Diversi gruppi ribelli hanno combattuto le forze indiane schierate nel territorio, chiedendo l'indipendenza per la regione a maggioranza musulmana o la sua fusione con il Pakistan.
Gli scontri sono diminuiti a partire dal 2019, quando il governo guidato dal primo ministro indiano Narendra Modi ha annullato la parziale autonomia del suddetto territorio. Nel 2024 migliaia di truppe aggiuntive sono state schierate nelle aree montuose meridionali a seguito di una serie di attacchi mortali dei ribelli che hanno causato la morte di oltre 50 soldati in tre anni.
Le mosse di Modi
La tensione al confine tra India e Pakistan è dunque tornata a superare i livello di guardia. Non solo: in queste settimane Delhi sta rafforzando i suoi rapporti con vari Paesi asiatici (e non solo) nel tentativo di incrementare la propria influenza nel continente. Delhi prevede di chiudere quest'anno un accordo del valore di oltre 200 milioni di dollari con le Filippine per la fornitura di missili antiaerei a medio raggio Akash. Quello atteso nei prossimi mesi sarebbe il secondo grande contratto di esportazione di sistemi di difesa tra i due Paesi, in un contesto di crescenti tensioni tra le Filippine e la Cina.
Nel frattempo Modi è arrivato negli Stati Uniti, seconda tappa di un viaggio ufficiale che lo ha già portato in Francia, e ha in programma per oggi colloqui con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In un messaggio pubblicato sulla piattaforma sociale X, e corredato di alcune fotografie, Modi ha riferito di essere "atterrato a Washington poco fa.
Non vedo l'ora di incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e di sviluppare il partenariato strategico globale comprensivo India-Usa. Le nostre nazioni continueranno a lavorare a stretto contatto a beneficio dei nostri popoli e per un futuro migliore per il nostro pianeta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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