In Germania la sinistra si è sfaldata, o meglio squagliata, in seguito ad una scissione interna. Sahra Wagenknecht, una delle leader più carismatiche del Paese, con un enorme seguito tra gli elettori disillusi dalla politica tradizionale, ha salutato il suo ex partito, la Linke, per creare una formazione personale: il Buendnis Sahra Wagenknecht. Le conseguenze di questa scelta hanno avuto lo stesso effetto di un piccolo terremoto politico. È infatti la prima volta nella storia repubblicana della nazione tedesca che un partito proclama il suo auto scioglimento al Bundestag, ovvero al parlamento federale. Il risultato è che Linke annuncerà la fine della sua esistenza come gruppo.
Cosa succede in Germania
I riflettori sono puntati sulla cosiddetta Fraktion, sul gruppo parlamentare di sinistra. Dal punto di vista politico, si tratta di un gruppo già morto. Nelle prossime ore dovrebbe tuttavia essere decretata la sua fine formale. Il leader della sinistra radicale, Dietmar Bartsch, ha sottolineato la complessa situazione auspicando una possibile rinascita della forza politica ad Est. Obiettivo quasi utopico, considerando che i sondaggi assegnano a Wagenknecht una quota intorno al 14% nei territori della defunta Ddr, e che le altre forze politiche tedesche di sinistra faticano a raggiungere quote considerevoli.
Al netto di questo, il regolamento interno del Bundestag parla chiaro, visto che un gruppo parlamentare deve avere almeno il 5% di tutti i deputati. Considerando le attuali dimensioni dell’organo legislativo tedesco, ciò corrisponde a 37 rappresentanti eletti. Senza Wagenknecht e i suoi sostenitori, restano solo 28 membri della sinistra: troppo pochi per salvare lo status del gruppo, destinato ad evaporare come neve al sole. Politicamente, la fine della Fraktion di sinistra significa meno soldi e meno influenza in parlamento per il gruppo. Per la cronaca, l’anno scorso la sinistra al Bundestag ha ricevuto circa 11,5 milioni di euro di finanziamenti statali.
Tsunami Wagenknecht
La variabile impazzita della sinistra tedesca risponde al nome di Sahra Wagenknecht. "Oggi il messaggio al mondo dovrebbe essere: la Germania è sopraffatta, la Germania non ha più posto, non può più essere la destinazione numero uno", ha dichiarato in uno dei suoi ultimi interventi la politica tedesca rompendo con la sinistra sul tema dei migranti. "Il cancelliere e i premier dei land già sbagliano nel non capire la serietà della situazione. Limitarsi a distribuire meglio i rifugiati e il costo finanziario non è sufficiente, i numeri sono troppo alti", ha affermato Wagenknecht a Berlino.
La stessa Wagenknecht, come detto, ha anticipato la fondazione di un nuovo partito che unisce posizioni economiche della sinistra radicale a quelle dell'estrema destra su migranti, clima e questioni di genere. Nata nell'ex Germania dell'Est da padre iraniano e madre tedesca, ha iniziato come comunista della vecchia scuola prima di unirsi ai post-comunisti del Partito della Sinistra, che suo marito, l'ex leader dell'SPD Oskar Lafontaine, aveva contribuito a creare. Wagenknecht si è però sempre trovata in una situazione difficile, lamentandosi spesso dell’agenda verde sul clima del partito e del suo sostegno all’immigrazione.
Il suo nuovo partito è esplicitamente inteso come contrappunto al populista di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD).
Sarà la casa, ha annunciato pomposamente la scorsa settimana, degli elettori tentati di votare AfD "per furia e disperazione", ma respinti dai suoi legami di estrema destra. E la sinistra tedesca? Tutta da reinventare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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