"Possibili fino a 600 morti". I numeri del naufragio in Grecia

A bordo del peschereccio naufragato pare ci fossero circa 750 persone: finora sono stati recuperati 100 superstiti e circa 80 cadaveri

"Possibili fino a 600 morti". I numeri del naufragio in Grecia
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Le persone a bordo dell'imbarcazione naufragata a sud del Peloponneso pare fossero circa 750. Questa è la cifra riferita da tutti i superstiti al medico dell'ospedale di Kalamata che se ne sta prendendo cura. Per questo motivo, continua il professionista, nel naufragio di Pylos, in Grecia, "è possibile ci siano fino a 600 morti". Per il momento sono circa 100 i superstiti che sono stati recuperati e le speranze di recuperarne altri, per quanto non si siano ancora spente, si riducono di ora in ora. I cadaveri restituiti dal mare sono circa 80 ma il numero è destinato ad aumentare ancora.

Marilena Giftea, volontaria della Croce Rossa impegnata a fornire assistenza sul molo di Kalamata ai superstiti del naufragio di ieri a sud del Peloponneso, aggiunge anche altri dettagli: "Hanno viaggiato per cinque giorni in condizioni disperate, senza più acqua e pensavano che sarebbero morti: alcuni raccontano che già durante il viaggio, prima del naufragio, delle persone sono morte per il caldo e la disidratazione, ma non abbiamo ancora conferme di queste vittime".

Allo stesso medico è stato riferito che all'interno della barca, nella stiva, c'erano all'incirca 100 bambini insieme alle loro madri ma si tratta di un numero non ancora confermato, così come non è stato accertato il numero di persone complessivamente presenti a bordo. La Guardia Costiera, "in merito alle notizie relative al peschereccio affondato in area Sar greca", precisa "che il centro di Coordinamento del soccorso marittimo italiano (IMRCC), è stato destinatario, la mattina del giorno 13 giugno, di una e-mail che riferiva la presenza di un barcone in difficoltà". Nella nota si aggiunge anche che "l'imbarcazione si trovava all'interno dell'area di responsabilità per la ricerca e soccorso in mare greca, a 60 miglia nautiche dalle coste greche e a 260 miglia nautiche dalle coste italiane, la centrale Operativa nell'immediatezza contattava la Guardia costiera greca, fornendo a questa tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso".

Da quel momento, prosegue la Guardia costiera, "il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha continuato ad aggiornare la localizzazione del

satellitare presente a bordo, condividendo nelle ore successive con le competenti autorità Sar greche la posizione del barcone nell'area d'interesse, dove intanto dirigevano alcune unità mercantili".

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