"Qui vivevano una buona vita". Le testimonianze dal Pakistan sul naufragio in Grecia

I media pakistani hanno raggiunto alcuni conoscenti dei migranti a bordo del peschereccio naufragato in Grecia: "C'è la gara per andare in Italia"

"Qui vivevano una buona vita". Le testimonianze dal Pakistan sul naufragio in Grecia
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Molti dei corpi dei migranti che viaggiavano a bordo del peeschereccio affondato al largo della costa del Peloponneso probabilmente non verranno mai recuperati. Il numero dei decessi confermati finora è stabile a poco meno di 80 persone mentre sono circa 100 quelle che sono state recuperate vive. Ma mentre proseguono le indagini della magistratura greca per far luce sull'ennesima tragedia del mare, dal Pakistan arrivano ulteriori dettagli sulle 600/700 persone che viaggiavano a bordo dell'imbarcazione. Siamo riusciti a intercettare alcuni racconti fatti ai media pakistani, in cui vengono forniti elementi utili a capire chi si trovava su quel peschereccio e, ancora una volta, la narrazione che arriva dai soliti propagandisti pro-immigrazione non trova riscontri nella realtà.

Tramite la testata Urdu news, riportata da un cittadino pakistano in uno dei tanti canali social dedicati ai migranti, si viene a sapere che "tra coloro che cercavano di attraversare la pericolosa rotta marittima verso l'Italia c'erano persone che vivevano una buona vita qui". Così ha spiegato Abid Rajurvi, cittadino del villaggio di Bundali a Khuiratta, 150 km a est di Islamabad, nella parte sud-orientale del Pakistan. Da qui provenivano molti dei migranti sul peschereccio affondato, di parla di circa due dozzine di persone. "Circa 700 persone del nostro villaggio sono già andate in Italia. Dopo averli visti, ora più giovani intraprendono questa strada alla ricerca di un futuro migliore", ha spiegato ancora Rajurvi. Quindi, non si tratta di persone che scappano dalle guerre ma di giovani che, pur vivendo "una buona vita", come ha spiegato l'uomo ai media pakistani, scelgono comunque di rischiare la vita, prima entrando illegalmente in Libia e poi attraversando il mare verso l'Italia. Perché solo l'Italia è la loro destinazione, non l'Europa, evidentemente: "C'è la gara per andare in Italia".

Ora nelle comunità pakistane rimbalzano gli elenchi dei sopravvissuti e le loro foto, ma anche le immagini di chi sarebbe dovuto essere a bordo e ancora non dà notizie. I parenti dei migranti chiedono informazioni, vogliono avere risposte sulla sorte dei loro cari. La Guardia costiera greca ha esteso l'area delle operazioni di ricerca e soccorso al largo della costa sudoccidentale del Paese ma le ricerche saranno sospese nella giornata di oggi.

Le speranze di ritrovare superstiti, infatti, sono ormai prossime allo zero ma resta ancora il dubbio su quante fossero esattamente le persone a bordo e su come sia potuto accadere il naufragio, perché i racconti non sono ancora chiari.

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