Il negoziato con Mosca e l'avvertimento a Israele: la ricetta del falco JD Vance

Il senatore dell'Ohio ha innanzitutto spiegato di non rinnegare i durissimi attacchi verbali rivolti proprio contro Trump tra il 2016 e il 2017. Vance ha quindi parlato della guerra tra Russia e Ucraina e del conflitto tra Israele e Hamas

Il negoziato con Mosca e l'avvertimento a Israele: la ricetta del falco JD Vance
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J.D. Vance ha rilasciato la sua prima intervista dopo essere stato scelto da Donald Trump come candidato vicepresidente. A margine della Convention nazionale repubblicana a Milwaukee, il senatore dell'Ohio ha innanzitutto spiegato ai microfoni di Fox News di non rinnegare i durissimi attacchi verbali rivolti proprio all'ex presidente Usa tra il 2016 e il 2017. "Non mi nascondo. Ero certamente scettico nei confronti di Donald Trump nel 2016, ma il presidente Trump è stato un gran presidente, e ho cambiato opinione. Ci ha portato pace e prosperità", ha affermato. Vance ha quindi parlato di politica estera, lasciando intendere che, in caso di vittoria di The Donald, gli Usa negozieranno con la Russia per porre fine al conflitto in Ucraina. Per quanto riguarda la guerra tra Israele e la Striscia di Gaza, lo scrittore ed ex Marines ha detto che Tel Aviv deve porre fine alle ostilità "il più rapidamente possibile".

La prima intervista di Vance da candidato vicepresidente

Partiamo dalla vecchia e aperta ostilità di Vance nei confronti di Trump, oggi diventata totale ammirazione. Come ricordato da diversi media statunitensi nelle ultime ore, nel 2016 Vance rivolse durissime critiche e insulti a Trump prima che quest'ultimo fosse eletto presidente, definendolo tra l'altro "riprovevole", "un disastro morale" e addirittura un "Hitler americano". "Mi sono bevuto le menzogne e le distorsioni dei media", si è giustificato ieri Vance. "Ho creduto a quest'idea che (Trump) fosse in qualche modo differente, una terribile minaccia per la democrazia", ha detto il senatore, sostenendo però che il suo scetticismo passato potrebbe contribuire a conquistare parte dell'elettorato statunitense più scettico in vista delle elezioni di novembre.

"Ho detto alcune brutte cose su Donald Trump dieci anni fa. Posso sostenere di fronte ai cittadini americani, persone che magari erano scettiche nei confronti del presidente nel 2016, e che potrebbero esserlo ancora, che abbiamo visto risultati concreti", ha dichiarato Vance. Secondo la Cnn, però, i Democratici vedono proprio in Vance un'apertura per tentare di indebolire la campagna di Trump evitando ulteriori attacchi personali nei confronti di quest'ultimo, specie dopo il tentato assassinio che ha subito sabato. I Democratici - scrive proprio la Cnn - "credono che Vance offra opportunità significative" di indebolire la campagna presidenziale repubblicana evidenziando le posizioni del senatore in materia di aborto, le sue passate critiche a Trump, e dipingendolo come un "clone politico" di quest'ultimo.

Da Israele alla guerra tra Russia e Ucraina

Per quanto riguarda la politica estera, Vance ha parlato dei due temi più caldi del momento: il conflitto tra Israele e Hamas e la guerra tra Russia e Ucraina. Sul primo punto, il candidato vicepresidente ha detto che Israele deve porre fine alla guerra a Gaza "il più rapidamente possibile". Sulla Russia, invece, il repubblicano ha spiegato che se Trump dovesse vincere le elezioni il tycoon negozierà con il Cremlino per porre fine al conflitto ucraino e che i rapporti tra Washington e Mosca saranno migliori.

"Donald Trump ha promesso di avviare negoziati con Russia e Ucraina per porre fine rapidamente a questo problema, in modo che l'America possa concentrarsi sul vero problema, che è la Cina", ha affermato Vance. Il candidato repubblicano non ha risposto alla domanda di RIA Novosti a margine della convention di Milwaukee su come Washington dovrebbe interagire con Mosca, ma ha promesso che sotto l'amministrazione Trump "tutti staranno meglio".

Da parte sua, Trump si è

astenuto dal rispondere a una domanda della Tass in merito alla sua disponibilità ad avviare trattative con il presidente russo Vladimir Putin nel caso in cui vincesse le elezioni presidenziali del 5 novembre.

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