Zelensky e Biden all'Onu: "Kiev trincea del mondo"

Il leader Usa: «Nessuno al sicuro se si smembra l’Ucraina». Volodymyr: «Mosca cerca la guerra finale»

Zelensky e Biden all'Onu: "Kiev trincea del mondo"
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Riflettori puntati sulla guerra in Ucraina nella prima giornata di dibattito dell’Assemblea Generale Onu, che ha visto Joe Biden e Volodymyr Zelensky lanciare un appello comune a non abbandonare Kiev e anzi rafforzare il sostegno contro l’invasione russa in difesa della Carta delle Nazioni Unite, dell’ordine mondiale e della democrazia. Il presidente americano ha invitato i leader riuniti a New York a «opporsi all’aggressione russa», sottolineando come «Mosca crede che il mondo si stancherà e permetterà di brutalizzare l’Ucraina senza conseguenze».
«Ma vi chiedo questo - ha proseguito se abbandoniamo i principi fondamentali della Carta Onu per placare un aggressore, qualche Stato membro può sentirsi sicuro di essere protetto? Se permettiamo che l’Ucraina sia spartita, l’indipendenza di qualche nazione sarà garantita? La risposta è no. Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani». Ecco perché «gli Usa, insieme ai nostri alleati e partner in tutto il mondo, continueranno a stare al fianco del coraggioso popolo ucraino mentre difende la propria sovranità, integrità territoriale, e la propria libertà», ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca, ribadendo che «solo la Russia porta la responsabilità di questa guerra, e solo la Russia ha il potere di mettervi fine immediatamente».
Zelensky, presente di persona per la prima volta alla settimana di alto livello con l’uniforme verde militare che è diventata il suo marchio di fabbrica, e accolto con un lungo applauso, ha attaccato duramente Mosca, sottolineando che «sta usando la carenza del grano e i prezzi del cibo come armi. Sta usando l’energia come arma». «Voglio ringraziare i leader che hanno supportato l’accordo sul grano», ha continuaRischi Dobbiamo opporci per scoraggiare altri aggressori domani to, ribadendo che «la Russia non ha di diritto di avere le armi nucleari», che Mosca «spinge il mondo alla guerra finale» e annunciando di essere al lavoro per organizzare un «vertice mondiale» per la pace a cui vuole invitare tutti i leader. Infine, ha esortato i membri dell’Onu «ad agire uniti nello sconfiggere l’aggressore», lanciando un duro attacco a Vladimir Putin: «Non si può credere al diavolo, chiedete a Evgenij Prigozhin».
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è tornato a condannare l’invasione russa, che «ha scatenato un epicentro di orrore»: «Non dobbiamo smettere di lavorare per una pace giusta». Dopo il dibattito all’Assemblea Generale, oggi il leader di Kiev partecipa alla sessione speciale sull’Ucraina in Consiglio di sicurezza, dove si troverà seduto allo stesso tavolo con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Poi, giovedì, sarà alla Casa Bianca da Biden e in Congresso per parlare a parlamentari democratici e repubblicani, mentre sul fronte degli aiuti militari il capo del Pentagono Lloyd James Austin ha annunciato che i carri armati americani Abrams saranno consegnati all’Ucraina «presto». «È ovvio che l’accattone di Kiev sta andando a mendicare ancora denaro e armi dai suoi padroni americani», è stato invece il durissimo commento della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, in merito alla visita negli Usa di Zelensky. Intanto, il segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale, Nikolai Patrushev, ha confermato che in ottobre Putin sarà a Pechino per consultazioni con il leader cinese Xi Jinping. I due sono entrambi assenti dall’appuntamento annuale all’Onu, così come il presidente francese Emmanuel Macron, bloccato in Francia per la visita del Re Carlo III d’Inghilterra, il premier inglese Rishi Suniak e quello indiano Narendra Modi. Papa Francesco, invece, ha lanciato un uovo allarme sull’atomica, sottolineando che «il nostro mondo continua ad essere nella morsa di una terza guerra mondiale combattuta poco alla volta e, nel tragico caso del conflitto in Ucraina, non senza la minaccia di ricorrere alle armi nucleari».

«Il momento attuale - ha continuato - assomiglia in modo inquietante al periodo immediatamente precedente alla Pacem in terris, quando nell’ottobre 1962 la crisi dei missili di Cuba portò il mondo sull’orlo di una diffusa distruzione nucleare».

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