Potrebbe essere a una svolta il processo che a Benevento tenta di fare luce sull'omicidio di Giuseppe Matarazzo, pastore ucciso da due sicari pochi mesi dopo aver scontato in carcere una pena di 11 anni e 6 mesi per il reato di violenza sessuale su minore: secondo l'accusa, sarebbe il padre della ragazzina il mandante di quell'esecuzione.
Il pubblico ministero Stefania Bianco, quindi, punta il dito contro il 64enne Lucio Iorillo, ex operaio della Comunità Montana del Taburno e papà della ragazzina di 15 anni che si tolse la vita il 6 gennaio del 2008 proprio a causa degli abusi subiti. Con questa ipotesi di reato, l'uomo, i cui interessi sono tutelati dal legali Renato Jappelli e Raimondo Salvo, dovrà presentarsi in tribunale il prossimo 27 settembre: sarà il gup Lortedana Camerlengo a valutare eventualmente il rinvio a giudizio.
Giuseppe Matarrazzo fu freddato con due colpi di pistola davanti a casa il 19 luglio 2018, circa un mese dopo essere uscito dal carcere in cui aveva scontato una condanna per violenza sessuale aggravata ai danni di un'adolescente che poi si era suicidata: l'unico testimone ad assistere al delitto era stata la madre della vittima, che era riuscita a fornire solo una vaga descrizione della vettura da cui erano stati espolsi i colpi d'arma da fuoco risultati letali per il figlio.
Con l'ipotesi di reato avanzata dal pubblico ministero Bianco si riapre in sostanza il caso dell'omicidio del pastore 45enne sul quale si era di recente pronunciata anche la corte di Cassazione, annullando la sentenza con cui il 14 marzo 2023 la corte d'Appello di Napoli aveva deciso di assolvere il 59enne di Sant'Agata dei Goti Giuseppe Massaro e il 34enne di San Felice a Cancello Generoso Nasta dall'accusa di essere i killer di Matarrazzo.
Un verdetto, quello dello scorso marzo, che aveva completamente ribaltato la sentenza di primo grado della corte d'Assise di Benevento, la quale, il 6 ottobre del 2021, aveva invece condannato all'ergastolo i due imputati.
Nello specifico, Massaro è ritenuto responsabile di aver fornito la pistola, una Magnum 357 detenuta in modo legale, e l'auto utilizzate nell'omicidio del pastore: al volante della vettura, secondo l'accusa, ci sarebbe stato invece Nasta. Allo scenario ricostruito dal pm si aggiunge una figura di estrema rilevanza, quella del presunto mandante dei due killer, individuato in Iorillo: quest'ultimo avrebbe raggiunto un accordo economico con gli altri due imputati, proponendo il pagamento di un compenso di 20mila euro, una cifra, pare, versata solo in parte.
Non solo.
Secondo l'accusa, il padre della 15enne abusata da Matarrazzo avrebbe agito per costruirsi un solido alibi, incontrando numerose persone proprio nella sera dell'omicidio per allontanare ogni possibile sospetto nei suoi confronti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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