È stata abbattuta la casa dell’attore napoletano Davide Marotta, nonostante i tanti appelli a televisioni e giornali. Solo 3 giorni fa l’uomo aveva consegnato le chiavi della sua abitazione, considerata abusiva, alle autorità. Il casolare dell’attore, che in tanti ricordano per aver preso parte al celebre spot degli anni Ottanta "Ciribiribì Kodak" in cui interpretava un alieno, alla fine è stata demolita a causa di abusi edilizi effettuati negli anni.
Le ruspe a casa dell'attore
L’abitazione in questione, che si trova a Poggio Reale, nel centro di Napoli, risale alla fine dell’Ottocento e la famiglia di Marotta ci abitava da più di 100 anni. L’attore, affetto da nanismo, l'aveva comprata definitivamente e l'aveva ristrutturata negli anni ’90 per farci vivere l’anziana madre invalida di 88 anni, che proprio in quella casa era nata.
Ieri l’inviato della trasmissione di Canale 5 ‘Pomeriggio Cinque’, Vito Paglia, si è recato sul posto per far vedere ai telespettatori il lavoro delle ruspe e l’attività di demolizione della struttura considerata appunto abusiva. "Davide non è con noi perché non sta bene, sta soffrendo in questo momento", ha spiegato il giornalista durante il collegamento con la D’Urso. Anche nei giorni scorsi la trasmissione si era occupata di dare voce all’attore e ai suoi tanti sostenitori e amici per chiedere un condono.
Gli appelli risultati inutili
Marotta ha sempre raccontato il valore affettivo che provava per quella casa e aveva anche confessato di non avere il coraggio di dire alla sua anziana madre che sarebbe stata buttata fuori dal casolare, dove viveva insieme alla donna e al fratello Claudio.
Il casolare di famiglia è stato però abbattuto ieri, nonostante il ricorso al Tar che l’attore aveva vinto nel 2017. Lo scorso 15 novembre le ruspe si erano già presentate davanti alle finestre della casa di Marotta, ma l’intervento era poi stato rinviato in extremis perché molti cittadini si erano dati appuntamento per supportare l’attore che, solo qualche giorno fa, aveva consegnato le chiavi alle autorità.
In quella occasione aveva anche fatto sapere che la parola sarebbe passata agli avvocati e che aveva avviato un ricorso. Evidentemente però non è servito. In ultimo, aveva chiesto al sindaco di Napoli di avere un colloquio e aveva fatto un appello anche al presidente del Consiglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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