Era affetto da una malformazione congenita polmonare e per tale ragione era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico presso l'ospedale Regina Margherita di Torino, morendo tuttavia nel corso dell'operazione di lobectomia svolta da un medico non esperto in chirurgia toracica infantile: a perdere la vita un neonato di soli 10 mesi.
La tragedia, accaduta il 15 aprile 2021, ha profondamente segnato la famiglia del piccolo, che ha lottato per avere delle risposte. A distanza di anni, mentre la vicenda giudiziaria è ancora in corso, è arrivato un maxi-risarcimento per i genitori: si parla di un milione di euro versati dall'assicurazione della Città della Salute.
L'errore fatale
Secondo quanto ricostruito dall'accusa, il piccolo, che aveva una malformazione al polmone, era stato portato al Regina Margherita per essere sottoposto a un intervento di lobectomia, ossia all'asportazione di un lobo polmonare. A svolgere l'operazione, tuttavia, era stato un chirurgo specializzato in adulti e in servizio alle Molinette, che si era quindi trovato a eseguire l'intervento sul torace di un bambino molto piccolo.
Nel corso della procedura, l'aorta, nota per essere la più grande e importante arteria del corpo umano, era stata recisa per errore. Passata qualche ora dall'intervento, i medici si erano resi conto della situazione. Malgrado i disperati sentativi di arrestare l'emorragia, non era stato possibile fare nulla per salvare la vita al neonato, morto dissanguato.
Una tragedia per la famiglia, vistasi privare in modo così orribile di un bambino di appena 10 mesi. I genitori avevano naturalmente sporto denuncia presso la procura della Repubblica di Torino, ed era stato dato immediato avvio alle indagini per ricostruire le dinamiche della vicenda e risalire alle singole responsabilità.
L'inchiesta e il maxi-risarcimento
La procura aveva fatto subito partire un'inchiesta per omicidio colposo. Dopo aver iscritto nove medici nel registro degli indagati, alla fine solo nei confronti di tre era arrivato il rinvio a giudizio, vale a dire il chirurgo che aveva svolto l'operazione, l'anestesista presente al momento dell'intervento e il primario di chirurgia del Regina Margherita.
Secondo quanto emerso, l'aorta era stata confusa con un altro vaso sanguigno, ecco perché era stata recisa. Probabilmente a trarre in errore il medico operante erano state le ridotte dimensioni del corpo del paziente. Ecco perché si è molto puntato sul fatto che il piccolo dovesse essere operato da un professionista esperto in chirurgia pediatrica.
Gli avvocati che diffendono il chirurgo avevano però ribadito che il loro assistito aveva più volte operato su bambini.L'assicurazione ha dunque pagato, risarcendo la famiglia di un milione di euro. La storia, però, non finisce qui. La prossima udienza preliminare è prevista per il 26 marzo.
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