Bologna, multato perché viaggiava a 39 all'ora. La follia green colpisce ancora

Nel capoluogo emiliano è entrato ufficialmente in vigore il piano per ridurre la velocità massima. E Milano si appresta a seguire l'esempio

Bologna, multato perché viaggiava a 39 all'ora. La follia green colpisce ancora
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Il telelaser puntato non fa sconti: oltre i 30 chilometri orari, scatta la multa. A Bologna, via con le sazioni a trasgressori. Da oggi, nessuno sconto ai "temibili" automobilisti col piede pesante. Dopo un periodo di transizione di sei mesi, stamani nel capoluogo emiliano è entrato ufficialmente in vigore il piano che prevede l'abbassamento della velocità massima sulle strade urbane, con multe per i disertori che possono arrivare fino 845 euro. Provvedimento che Milano è pronta a imitare.

Il Comune guidato dal sindaco Matteo Lepore ha così iniziato a "far cassa". Stamattina, intorno alle 9, uno dei primi a prendere la multa per eccesso di velocità è stato Sergio Baldazzi, gioielliere di via Mazzini che si stava recando al lavoro. L'uomo, a quanto si apprende, ha ricevuto un verbale di 29,40 euro in via Azzurra perché andava a 39 all'ora. Il limite di tolleranza è di 5 chilometri orari, dunque niente attenuanti per lui. Se il commerciante non pagherà la multa entro cinque giorni, la sanzione a suo carico diventerà di 42 euro e di 86,5 dopo i 60 giorni. E così accadrà anche agli altri automobilisti distratti.

Baldazzi tuttavia non ha intenzione di contestare la contravvenzione. "Io lavoro ancora non ho tempo di contestare la multa", dice all'Agi. E ancora: "Lo sapevo dei 30 all'ora. Andavo piano, ma è impossibile guardare la strada e il contachilometri contemporaneamente. Ho anche visto il pannello con la velocità, pensavo di aver superato il controllo senza conseguenze e invece il telelaser era pochi metri dopo: l'hanno fatta anche un pò sporca". L'infovelox è un pannello luminoso che segnala a che velocità stai andando ed è il segnale che più avanti ci sarà un telelaser, dispositivo di controllo mobile della velocità fissato dalla polizia temporaneamente, come spiegato dall'amministrazione in queste settimane.

Interpellato sull'iniziativa comunale della "Città 30", il commerciante ha però preferito non esprimersi, facendo indirettamente capire così tutto il proprio disappunto. "Non fatemi dire altro, sennò arrivano i carabinieri e mi portano dentro e non ho tempo". Della Città 30 - commenta solo - "io ne ho parlato anche con gli amici, abbiamo fatto anche delle serate: ne sono saltate fuori di tutti i colori". E nel capoluogo emiliano sono davvero in tanti a nutrire le stesse contrarietà all'iniziativa introdotta dalla giunta di centrosinistra. Per capire le dimensioni del dissenso, basti pensare che una petizione online contro la Città 30 aperta di recente aveva sfondato il muro delle 10mila firme solo nei primi quattro giorni.

"Più giro e più mi convinco che chi ha pensato questa svolta non ha tenuto conto delle esigenze di chi viene da fuori, chi arriva per studiare o per lavorare e non ha altri mezzi", aveva lamentato al Resto del Carlino una delle giovani promotrici della raccolta firme.

Così, al primo giorno di attività la Zona 30 bolognese si candida di diritto a entrare nel novero delle discutibili iniziative sulla viabilità predisposte nelle grandi città dalle amministrazioni di centrosinistra. A proposito: la prossima città pronta a diventare Zona 30, sull'onda di quanto avviene in Europa, è proprio la Milano del sindaco Beppe Sala, già alle prese coi flop dell'Area C.

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