I ghigni in tribunale. "Noi derisi dai Soumahoro": l'ira degli ex lavoratori

Udienza tesa a Latina nel processo ai familiari del deputato. Al centro del contendere l'ammissione delle parti civili. Secondo gli avvocati degli imputati non ci sono stati danni agli ex dipendenti

I ghigni in tribunale. "Noi derisi dai Soumahoro": l'ira degli ex lavoratori
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Prima udienza per il processo contro i familiari del deputato Aboubakar Soumahoro oggi a Latina, che rispondono delle accuse di evasione ed elusione fiscale. L’udienza si è concentrata quasi interamente sull’ammissione delle parti civili e ha avuto momenti di tensione in quanto alcuni degli imputati presenti avrebbero avuto un atteggiamento poco rispettoso degli ex lavoratori che si sono costituiti nel processo.

Le accuse di evasione fiscale per la gestione delle coop

Questa mattina davanti al giudice monocratico Simona Sergio è iniziato il processo che vede imputati i familiari del deputato Soumahoro, la suocera Marie Therese Mukamitsindo, la moglie Liliane Murekatete e Michel Rukundo, fratellastro della donna. Tranne lady Soumahoro, gli altri erano presenti in aula. Con loro, gli avvocati difensori Lorenzo Borrè e Francesca Roccato. Presenti anche gli avvocati di parte civile Giulio Mastrobattista, Atina Agresti e Michele Calleri. La procura di Latina contesta i reati di evasione fiscale e i reati tributari in merito alla gestione della cooperativa e dei suoi satelliti, su tutti il Consorzio Aid e Jumbo Africa. Tutti devono rispondere dei reati fiscali: dall’evasione alle fatture false.

In aula la battaglia è stata limitata all’ammissione o meno delle parti civili. Gli avvocati difensori degli imputati contestano infatti le richieste di risarcimento danni che arrivano dagli ex lavoratori delle cooperative, assistiti dagli avvocati e dal sindacato Uiltucs. Il giudice per l’udienza preliminare Pierpaolo Bortone aveva già accolto la costituzione di parte civile da parte dei lavoratori della cooperativa Karibu e del consorzio Aid (trenta persone in tutto) e anche quella del sindacato che difende i loro interessi, la Uiltucs Latina del segretario Gianfranco Cartisano. Parti civili anche i commissari liquidatori di coop Karibu, Francesco Cappello, e consorzio Aid, Jacopo Marzetti, nominati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy negli scorsi mesi. I lavratori chiedono 30 mila euro a testa, il sindacato ne chiede 100 mila. Ma i legali degli imputati respingono le richieste e eccepiscono sulla stessa costituzione di parte civile, in quanto, dicono il reato dell’elusione fiscale non è andato a discapito dei lavoratori, bensì semmai dell’Agenzia delle entrate, che però non si è costituita. In pratica, per gli avvocati, non c’è un nesso tra il mancato versamento delle tasse da parte delle coop all’erario e il mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti. Il pm Andrea D’Angeli s’è rimesso al volere del tribunale, mentre l’avvocato di parte civile Giulio Mastrobattista ha contestato le eccezioni dei colleghi della difesa.

Il giudice Sergio si è riservata sulle eccezioni preliminari e ha fissato un calendario per le prossime udienze. Il 23 aprile saranno ascoltati gli uomini della guardia di finanza che hanno condotto l’inchiesta mentre le altre date fissate sono per fine maggio e fine novembre.

La rabbia degli ex lavoratori: "Derisi dagli imputati"

Polemica a margine dell'udienza da parte del segretario provinciale della Uiltucs Gianfranco Cartisano, che ha scorto alcuni sorrisi da parte degli imputati mentre venivano riassunte in aula le condizioni di lavoro degli ex dipendenti delle cooperative. "I sorrisi e gli atteggiamenti denigratori visti oggi in udienza quando si è parlato delle difficoltà dei lavoratori, è la fotografia perfetta della cifra di queste persone" ha commentato Cartisano.

"Gli stipendi non venivano pagati perché i soldi delle coop venivano utilizzati per le spese personali degli imputati. Uno scandalo che abbiamo fatto emergere noi con le nostre coraggiose denunce" ha concluso Cartisano.

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