Fucile e maschere per le rapine. Sgominata la banda dello "sballo"

Tra novembre e febbraio avevano messo a segno tre rapine in gioiellerie e sale slot del Milanese, per un bottino complessivo del valore di 353mila euro. I soldi venivano spesi in sesso a pagamento e droga

Fucile e maschere per le rapine. Sgominata la banda dello "sballo"

"Andiamo a ballare". Era il segnale con cui la banda dello "sballo" decideva di andare a colpo: in quattro mesi hanno messo a segno 6 rapine, in gioiellerie e sale slot del milanese, per un bottino del valore complessivo di ben 353mila euro. Ieri, venerdì 3 marzo, tre persone sono finite agli arresti con l'ipotesi di reato per rapina in concorso aggravata, ricettazione, detenzione illegale di arma, lesioni personali. Si tratta di due fratelli, il 35enne Giovanni De Mattia e il 25enne Pietro, entrambi con precedenti penali, e un 28enne incensurato, Marco Ottaviano.

Il modus operandi della banda

Violenti, armati di fucile a canne mozze calibro 12 e sotto effetto di sostanze stupefacenti. Le facce erano quasi sempre coperte con maschere in lattice, per lo più volti posticci di anziani, e scaldacollo. E poi quell'ordine di scuderia: dall'irruzione nel locale alla fuga, mai più di due minuti. Il tempo necessario per seminare il panico tra i malcapitati, svaligiare il negozio e darsela a gambe levate con la refurtiva: soldi e gioielli. Il segnale che avevano concordato per andare a segno era semplice ma efficace: "Andiamo a ballare". I soldi del bottino venivano spesi in notti da "sballo": sesso a pagamento e fiumi di cocaina.

Le rapine

Gli obiettivi della banda erano gioiellerie, sale slot e centri scommesse tra Milano, Rho, Lainate e Caronno Pertusella, nel varesotto. La sequenza criminale era iniziata il 17 novembre del 2022, quando avevano fatto irruzione all'"Eurobert" di Lainate. Seimila euro, il valore del maltolto. Il 15 gennaio, la rapina all'orefice di "Gioielli di Valenza", nel centro commerciale "Rho center": avevano preso in ostaggio tre commesse mentre svaligiavano le vetrinette del negozio. Sessantamila euro di gioielli. A febbraio i colpi si sono moltiplicati: l'8 sono entrati nella sala slot "Macao" di Caronno Pertusella, il 14 ne hanno svaligiata un'altra a Lainate e il giorno dopo sono tornati a "ripulire" quella in cui avevano messo a segno il primo colpo. Il 22 febbraio, due settimane fa, l'ultima razzia. Armati di fucile, sono piombati nella gioielleria "Lissi" di Rho: dopo avere legato i polsi al dipendente del negozio con delle fascette da elettricista, hanno atteso l'apertura della cassaforte. Poi hanno portato via gioielli per un valore complessivo di almeno 22mila euro.

Le indagini

All'apparenza dei professionisti provetti, criminali organizzati e col piglio deciso. Se non fosse che hanno commesso più di un errore grossolano durante le razzie. Come quando il più grande dei tre rapinatori, verosimilmente sotto l'effetto di droga, aveva perso parte del bottino durante la fuga. Alcuni testimoni li avevano sentiti litigare: "Dove è Giò?". Poi quella frase sibillina al telefono: "Io non 'vado a ballare' per fare casini". Oppure, in un'altra circostanza, avevano dato fuoco allo scooter sotto le telecamere di sorveglianza di un locale. E ancora, quando hanno lasciato l'auto rubata, con all'interno il fucile e le maschere, sotto casa di uno dei tre. Dettagli che non sono sfuggiti ai carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Rho, coordinati dal pm Carlo Scalas, consentendo di sgominare la banda in poche settimane. Mettendo a confronto le intercettazioni e i filmati estrapolati dai sistemi di sorveglianza, gli investigatori sono riusciti a risalire all'identità dei due fratelli, entrambi pregiudicati.

Quindi hanno individuato anche il presunto complice che, fino a ieri, quando i militari dell'Arma hanno dato seguito all'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Milano Cristian Mariani, risultava incensurato.

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