Ideologia gender, sale il numero delle scuole che prevedono la "carriera alias"

Cresce il numero di scuole in tutta Italia che prevedono la "carriera alias", ovvero la possibilità per uno studente di scegliere un nome e un genere diversi da quelli indicati sulla carta d'identità. L'ultimo caso arriva da Ferrara: nuove polemiche in vista?

Ideologia gender, sale il numero delle scuole che prevedono la "carriera alias"
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Gli studenti e le studentesse di un istituto tecnico superiore di Ferrara avranno la possibilità di essere identificati con il nome che preferiscono ed un genere diverso da quello biologico, anche sui documenti interni alla scuola. Lo ha deciso pochi giorni fa la dirigenza dell'Istituto tecnico Copernico - Carpeggiani, approvando una modifica al regolamento interno che va ad ingrossare il numero di istituti scolastici di tutta Italia che nell'ultimo anno hanno adottato la cosiddetta "carriera alias". Di che si tratta? Di un protocollo che prescrive la possibilità di modificare in registri e atti interni alla scuola il nome anagrafico dello studente con quello scelto dallo studente stesso, nel caso in cui quest’ultimo sia una persona transessuale o abbia intenzione di avviare un percorso di transizione.

Un'indicazione che in numerosi casi è stata però estesa anche a chi non ha avviato questo percorso: una studentessa di nome Giulia che si identifica in un ragazzo può adottare un nome maschile anche sul registro scolastico e sui documenti della scuola, scegliendo un genere diverso da quello indicato sulla proprio carta d'identità. Idem dicesi per un ragazzo che si identifica invece in una ragazza. Non senza polemiche: non più tardi di due mesi fa il parlamentare leghista Rossano Sasso ha ricordato come sul piano strettamente legale siano ancora il giudice e il medico a doversi sull’identità di genere di uno studente, invitando i presidi a trattare l'argomento con la sensibilità e la delicatezza che richiede senza "fughe in avanti" dettate dall'ideologia gender. Va detto, perlomeno per quanto concerne il "caso ferrarese", che il preside ha posto qualche "paletto" normativo in più rispetto a quanto fatto da altri colleghi: per gli alunni ancora minorenni devono ad esempio essere i genitori a chiedere eventualmente la carriera alias. Una decisione che il preside dell'istituto ha promosso anche sulla base di un precedente, a quanto pare.

"Sembrava che uno studente volesse richiedere la carriera alias, poi non ha ritenuto di procedere. Noi abbiamo voluto in ogni caso formalizzare il percorso, in modo da non farci trovare impreparati - ha detto il dirigente scolastico Francesco Borciani al quotidiano Il Resto del Carlino - la carriera alias, naturalmente, per i minorenni deve essere richiesta dalla famiglia. Noi però possiamo fare da tramite con i genitori se lo studente o la studentessa ce lo chiede". Per i documenti ufficiali del Ministero, come le pagelle, continuerà invece ad essere utilizzato il nome anagrafico, in assenza di rettifica dei documenti d’identità della persona.

Un'iniziativa che la sezione locale dell'Arcigay ha accolto con felicità, auspicando che si tratti "solo della prima di tante scuole in città" a prevederla. Ma che non tutti sembrerebbero aver apprezzato, nella città estense. E chissà che l'episodio non possa animare il dibattito in consiglio comunale, su queste basi.

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