"Non correre". Il video TikTok prima dell'incidente mortale di Treviso

Pochi giorni prima dell'incidente mortale, il video di una delle vittime, che raccomandava al fidanzato di non correre per strada. Emergono nuovi dettagli sul tragico incidente in provincia di Treviso

"Non correre". Il video TikTok prima dell'incidente mortale di Treviso

Si continua a indagare per fare luce sulla dinamica del tragico incidente, avvenuto in provincia di Treviso, che ha provocato la morte di due giovanissime ragazze.

A perdere la vita la 19enne di origini albanesi Eralda Spahillari e la 17enne Barbara Brotto, mentre i due ragazzi che viaggiavano con loro si trovano attualmente ricoverati in ospedale in gravi condizioni. A distanza di poche ore dal terribile impatto sulla via Sant'Antonino, in località Gorgo al Monticano, emergono i primi dettagli relativi al gruppo di amici.

Agli investigatori è bastato dare un'occhiata ai social dei ragazzi per ottenere alcune preziose informazioni che potrebbero forse dare una risposta a quanto accaduto nelle primissime ore di domenica 5 marzo.

"Non correre"

Alcuni giorni prima dell'incidente, quasi fosse stato un segnale infausto, la 17enne Barbara Brotto aveva postato su TikTok un video in cui chiedeva al fidanzato di andare piano per strada.

Una convesazione immaginaria, in cui lei e il suo ragazzo si trovano a bordo di un'auto blu, fermi dietro a una vettura rossa. "Un tipico tragitto in macchina con mio moroso", è la frase di apertura con cui inizia il filmato. "Come va piano questo, spicciati (abbaglianti)", sbuffa il fidanzato. "Non c'è bisogno di correre, sai?", la risposta di lei.

Un video che ora appare inquietante, perché potrebbe proprio essere stato l'eccesso di velocità a provocare l'incidente mortale. Stando a quanto ricorstruito dagli inquirenti, la notte di sabato Barbara aveva appena terminato il suo turno di lavoro in pizzeria, e gli amici e il suo ragazzo erano andati a prenderla. A bordo della Bmw 420 si trovavano quindi la sua amica Eralda Spahillari, il fidanzato di questa, Michele Tatani, che occupava il posto di guida, e il suo ragazzo, Daniel Castelli.

Giallo sull'ipotetico ruolo della seconda auto

I quattro ragazzi non viaggiavano da soli. Con loro, infatti, c'era un altro gruppo di amici che li seguiva a bordo di Volkswagen Polo bianca. Gli inquirenti hanno subito rintracciato i giovani per cercare di ottenere da loro qualche informazione in più.

Pare, infatti, che la Bmw 420 avesse superato la Volkswagen Polo prima di schiantarsi contro un platano. Il pm ha pertanto disposto una perizia cinematica che potrà aiutare a ricostruire le dinamiche dell'incidente. La Bmw, ridotta a un ammasso di lamiere dopo il violentissimo impatto, avrebbe sorpassato l'altra vettura a una velocità di almeno 140 km/h (ben 90 km oltre il limite consentito sul viale dove stava transitando).

Durante la manovra di sorpasso, ipotizzano gli inquirenti, la Bmw potrebbe aver toccato la Volkswagen Polo, perdendo aderenza e controllo. Anche le immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza potranno aiutare a fare chiarezza.

Intanto, entrambi gli automobilisti (il ragazzo che conduceva la Bmw e il ragazzo che guidava la Volkswagen Polo) sono stati sottoposti ai test dell'etilometro e antidroga. "Ma sull'esame alcolometrico fatto al guidatore della Polo pesano molti dubbi, dato che è avvenuto svariate ore dopo lo schianto", ha precisato il procuratore della Repubblica di Treviso Marco Martani, come riportato da Il Corriere.

L'accusa di omissione di soccorso

Nei confronti dei ragazzi a bordo della Volkswagen Polo potrebbe arriva l'accusa di omissione di soccorso, come valutato dal sostituto procuratore Gabriella Cama.

All'arrivo dei soccorsi, infatti, la Volkswagen non era presente sul luogo dell'incidente.

Stando al racconto di una testimone, i ragazzi sulla Polo si sarebbero inizialmente fermati dopo lo schianto, cercando anche di chiamare gli amici, ma poi si sarebbero rimessi in viaggio. Sono stati loro, però, a effettuare la prima chiamata al Suem, allertando i soccorsi.

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