Il coordinamento delle associazioni Lgbt della Liguria ha puntato il dito contro Simone Pillon, suggerendo agli organizzatori della manifestazione, alla quale l'ex-parlamentare è stato invitato, anche l'ipotesi di depennarlo dall'elenco degli ospiti. Un invito che l'organizzazione non ha però accettato, ricordando come tutti abbiano il diritto di esprimere le proprie idee in maniera civile. Questa la polemica sorta a Chiavari (in provincia di Genova) a poche ore dalla decima edizione del "Festival della Parola" che prenderà il via domani. Un festival culturale che si snoderà attraverso una serie di confronti con ospiti d'eccezione quali Nicola Gratteri, Piero Pelù, Giordano Bruno Guerri, Rocco Tanica, Sabina Guzzanti e (appunto) Simone Pillon. Quest'ultimo è stato invitato ad intervenire durante l'iniziativa fissata per le 19 di domenica prossima, dal titolo "Un confronto sul tema LGBTQIA+".
L'attacco di "Liguria Pride"
E tanto è bastato per sollevare polemiche: gli esponenti di "Liguria Pride", che coordinano i gruppi LGBT della zona, hanno invitato chi organizza il festival a fare un passo indietro, cancellando l'incontro al quale parteciperà Pillon. E non hanno risparmiato veri e propri insulti sia all'indirizzo dell'esponente della Lega che del governo. “Di certo Simone Pillon non sarà al Festival di Chiavari per diffondere cultura, ma anzi per veicolare le solite fake news sull”ideologia gender” - si legge in una nota pubblicata da Liguria Pride - quando l’unica ideologia di cui si parla qui è quella anti-LGBTQIA+, misogina e razzista che il governo porta avanti con sempre meno freni e inibizioni, minacciando e ostacolando diritti e libertà”. Una presa di posizione netta che non ha tuttavia raggiunto l'obiettivo sperato: l'incontro con Pillon è stato confermato proprio nelle scorse ore.
Il direttore artistico del festival difende Pillon
"Crediamo fortemente che proprio un festival culturale abbia il dovere di dare voce a esponenti di pensiero opposto - il comunicato apparso sulla pagina Facebook della manifestazione con cui gli organizzatori della rassegna hanno difeso la propria scelta - perché il contrario potrebbe essere motivo di accusa di mancanza di democrazia. Per questo abbiamo invitato ospiti molto diversi tra loro, i quali saranno liberi di esprimersi sui temi più disparati". E a chiudere la questione ci ha pensato infine il direttore artistico della rassegna: Massimo Poggini si è detto lontano dalle idee di Pillon, ma lo ha comunque difeso ricordando quali debbano essere le basi per un confronto democratico.
E dando una lezione di democrazia "Io, pur essendo distante anni luce dalle idee dell’avvocato Pillon - ha premesso - rivendico il fatto che ognuno abbia il diritto di esprimere in modo democratico e con un contraddittorio le proprie idee. In modo che ognuno possa maturare la sua visione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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