In sette evadono dal carcere minorile e al Beccaria scoppia la rivolta

La fuga dalla struttura milanese è avvenuta a Natale approfittando dei pochi controlli: in tre già catturati. Gli altri detenuti bruciano materassi per protesta. I sindacati denunciano: "Sovraffollamento e troppi maggiorenni"

In sette evadono dal carcere minorile e al Beccaria scoppia la rivolta

Milano La polizia penitenziaria, che sotto la direzione della Procura ordinaria e di quella dei minori li sta cercando un po' dappertutto, non esclude nulla. Nemmeno che qualcuno possa averli aiutati a fuggire e in queste ore abbia dato loro una mano a nascondersi in un rifugio sicuro anche se, per ovvie ragioni, non eterno.

Certo è stata una fuga programmata e studiata nei dettagli quella dei sette ragazzi scappati il pomeriggio di Natale, intorno alle 16, dall'istituto penitenziario per minori «Cesare Beccaria» in via dei Calchi-Taeggi, zona occidentale della città, ai limiti del quartiere Lorenteggio. E l'idea dell'evasione è partita da due semplici consapevolezze germogliate, nelle menti dei giovani «osservatori», un 19enne, due 18enni e quattro 17enni, di cui due maggiorenni già catturati dalla Penitenziaria nel tardo pomeriggio di domenica e riportati in carcere grazie a una mediazione tra i parenti (in un caso la nonna, che ha lanciato l'allarme quando si è trovata il nipote a casa, nell'altro la sorella che ha convinto il giovane fratello evaso) e la direzione del «Beccaria», mentre un terzo è tornato da solo ieri mattina dopo essere stato persuaso dai genitori. Il gruppo, composto originariamente in tutto da una dozzina di ragazzi, non solo ha realizzato infatti che l'unico agente della polizia penitenziaria predisposto a sorvegliarli durante la passeggiata pomeridiana costituiva un impedimento davvero troppo minimale alla fuga (infatti sarebbe stato distratto con una scusa), ma anche che i lavori in corso nel cantiere creato per il rifacimento del perimetro del carcere - proprio dentro il cosiddetto «cortile passeggi» utilizzato per l'«ora d'aria»- potevano agevolarli non poco ad aprire velocemente un varco e scavalcare la recinzione esterna da una impalcatura con un lenzuolo poi ritrovato in via dei Calchi-Taeggi.

Subito dopo l'evasione domenica nel carcere c'è stata una protesta. I ragazzi detenuti infatti hanno appiccato il fuoco ad alcuni materassi in un reparto del «Beccaria» che adesso è inagibile e senza luce. La situazione è tornata sotto controllo solo nella tarda serata dopo l'intervento dei vigili del fuoco. Quattro agenti di polizia penitenziaria sono stati trasportati all'ospedale San Carlo perché intossicati dal fumo, mentre dal penitenziario le turbolenze tra i detenuti ci hanno messo parecchio tempo a placarsi dopo che, la stessa notte, i 7 considerati responsabili della protesta sono stati trasferiti nel penitenziario minorile di Bari.

Gli evasi - cinque italiani originari di Milano, della provincia di Monza e Brianza, di Pavia e del Comasco, uno nato a Milano da una famiglia di origini marocchine e un ecuadoriano (ma adesso all'appello ne mancano solo ancora quattro)- erano già stati protagonisti di episodi di disturbo dentro l'istituto penitenziario.

Tutti detenuti al Minorile in custodia cautelare per reati contro il patrimonio, quindi furti e/o rapine, non per aver ricevuto condanne definitive, bensì perché il giudice aveva stabilito la misura del carcere in attesa del processo. All'interno del penitenziario è tornata anche la direttrice facente funzioni Maria Vittoria Menenti che si divide tre giorni alla settimana tra il Beccaria e il carcere di Opera, dov'è direttrice.

La situazione in via dei Calchi-Taeggi nell'ultima settimana si è fatta incandescente: l'antivigilia di Natale due agenti della polizia penitenziaria erano stati aggrediti da un detenuto. E adesso i sindacati ne approfittano comprensibilmente per alzare i toni.

«Da molto arrivano segnali preoccupanti dall'universo penitenziario minorile- ha spiegato il segretario generale del sindacato Sappe, Donato Capece -. Registriamo il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minorenni d'Italia».

E mentre il segretario del Sappe Lombardia Alfonso Greco parla di una «vera fuga di massa», il segretario generale lombardo dell'Uspp Gian Luigi Madonia, pur sottolineando che non si sa ancora con esattezza se «possano esserci responsabilità organizzative o professionali del Reparto o deficit strutturali che hanno indebolito i sistemi di sicurezza» definisce l'evasione «eclatante».

«Sette soggetti insieme è unevento che probabilmente non ha precedenti» conclude.

«Per ragioni legate anche al sovraffollamento penitenziario nelle carceri, l'età dei detenuti può arrivare fino ai 25 anni» fa sapere il segretario del sindacato Uilpa, Gennarino De Fazio. E l'aumento vorticoso dei casi di aggressione agli operatori, di sommosse e in questo caso di evasione, «sono imputabili a una serie di fattori» tra cui appunto «l'innalzamento del limite d'età».

Ieri intanto al Beccaria è arrivato il sottosegretario alla Giustizia con delega ai minori, il senatore leghista Andrea Ostellari.

Che, dopo aver detto che sarà disposta una indagine sull'accaduto, ha dichiarato che sarebbe «vicina, speriamo la cattura anche degli altri soggetti che sono fuggiti.

Le indagini sono in corso. Contiamo presto di avere delle notizie positive».

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