È uscito dal carcere Alfonso Tumbarello, medico di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, che nel febbraio scorso era stato arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico. Il gip del Tribunale di Palermo Alfredo Montalto ha concesso i domiciliari all’operatore sanitario accusato di avere avuto un ruolo determinante nella latitanza di Matteo Messina Denaro. Il magistrato ha accolto l'istanza degli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo, i quali chiedevano che il loro assistito potesse scontare la pena a casa.
La scarcerazione di Tumbarello
Il medico ha superato i 70 anni e anche per questo motivo il giudice ha ritenuto possibile concedergli una misura restrittiva meno grave rispetto al carcere. Tumbarello, che si è sempre dichiarato innocente, risponde di concorso esterno in associazione mafiosa e procurata inosservanza di pena. Il suo ruolo, data la malattia dell'ex superlatitante arrestato il 16 gennaio in una clinica di Palermo, sarebbe stato determinante per la prosecuzione della trentennale fuga di Messina Denaro. Tumbarello si sarebbe occupato delle prescrizioni per la cura del cancro, intestate al prestanome dell'identità al boss, il geometra Andrea Bonafede, nato nel 1963 e omonimo di un cugino nato nel 1968 e anche lui coinvolto nella vicenda. L’operatore sanitario avrebbe anche visitato personalmente Messina Denaro e quindi, secondo gli inquirenti, sapeva benissimo che in realtà il suo assistito era il boss di Castelvetrano.
Le accuse del giudice per le indagini preliminari
“Le cure assicurate personalmente da Tumbarello hanno garantito a Messina Denaro non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte, ma soprattutto per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara, e gestire l'associazione mafiosa”, aveva scritto il gip Montalto nell'ordinanza che il 7 febbraio ne aveva disposto l'arresto.
Per il giudice è stato provato in modo incontrovertibile che il medico avrebbe visitato più volte Messina Denaro diventandone stabile interlocutore del lungo e tormentato percorso terapeutico del suo assistito. Poi, avrebbe seguito il percorso del paziente per i successi due anni, continuando a prescrivergli delicatissimi e costosissimi esami diagnostici.
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