Il super boss Matteo Messina Denaro, che si trova in regime di 41 bis nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila dallo scorso 16 gennaio, questa mattina è stato ricoverato nell'ospedale del capoluogo abruzzese per un intervento chirurgico di natura urologica. L'operazione, secondo le prime informazioni, non avrebbe nulla a che fare con il tumore al colon di cui soffre già da tempo. A causa del trasferimento dal regime di carcere duro a un luogo pubblico come l'ospedale sono scattate straordinarie misure di sicurezza con la struttura ospedaliera totalmente blindata.
Quale sarà il decorso
Quello che è stato uno dei super latitanti più ricercati per anni e condannato all'ergastolo per le stragi degli anni Novanta avebbe problemi di idronefrosi, ossia una patologia che accumula urina nei reni: l'intervento si è reso necesario per aiutare l'organismo a un drenaggio migliore. Come appreso dall'Ansa, la sua degenza dovrebbe durare non oltre 48 ore, un totale di due giorni. Il boss di 62 anni, dopo essere curato nel reparto di Urologia, verrà trasferito nella cella per detenuti ristrutturata nei mesi scorsi dopo la decisione di rinchiudere Messina Denaro nel carcere di massima sicurezza che si trova a Preturo, frazione dell'Aquila.
Tra lo staff medico che assiste il boss pre e post operazione si trovano anche alcuni operatori che sono stati formati ad hoc per affrontare situazioni del genere. Come detto, la problematica più grave riguarda proprio il cancro al colon che gli tiene compagnia da anni: per questa ragione, una volta in ospedale, sarà sottoposto ad accertamenti ordinari oncologici dal momento che le sue condizioni rimangono stazionarie. Per combattere il suo male, Messina Denaro sarebbe sottoposto a una chemioterapia di tipo biologico con somministrazioni che si consumano direttamente nell'ambulatorio del carcere che si trova nei pressi della sua cella.
Ricordiamo che l'arresto del boss dopo 30 anni di latitanza è avvenuto alla clinica La Maddalena di Palermo dove si recava regolarmente per il tumore che lo accompagna: Andrea Bonafede era lo pseudonimo che utilizzava nella struttura, e non solo, per evitare di essere riconosciuto ma finalmente, il 16 gennaio
scorso, i Carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Regione Sicilia sono riusciti a catturare "l'ultimo padrino" che, di fronte alla forze dell'ordine, non ha opposto resistenza rivelando subito chi fosse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.